Inchiesta Mediatrade: indagini chiuse, coinvolti Silvio e Pier Silvio Berlusconi

Pubblicato il 22 Gennaio 2010 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

La Procura di Milano ha chiuso l’inchiesta Mediatrade-Rti nella quale, tra gli indagati,  figura anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Il pubblico ministero Fabio De Pasquale ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini tramite la Guardia di Finanza.

L’inchiesta è nata da uno stralcio di quella principale Mediaset e riguarda presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi per creare, secondo l’accusa, fondi neri. La chiusura di questo filone di indagine era attesa da tempo.

Gli indagati. Secondo quanto riportato dall’Ansa, tra gli indagati, circa una decina, figura anche Pier Silvio Berlusconi, figlio del presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi è indagato per appropriazione indebita mentre per Pier Silvio Berlusconi l’ipotesi di reato è di frode fiscale. Gli altri indagati sono Roberto Pace, Frank Agrama, Gabriella Ballabio, Davide Lorenzano, Giorgio Del Negro, Paolo Del Bue, Fedele Confalonieri e Giovanni Stabilini.

Le accuse. È di circa 34 milioni di dollari l’appropriazione indebita contestata a Silvio Berlusconi in concorso con il produttore Frank Agrama, con Daniele Lorenzano (ex capo acquisti diritti di trasmissione per il gruppo Fininvest e per Mediaset), Roberto Pace e Gabriella Ballabio, ex manager di Mediatrade. La somma contestata si riferisce a fatti «allo stato non coperti da prescrizione». L’appropriazione indebita, che ha «l’aggravante del danno di rilevante entità», secondo l’accusa, è stata consumata tra Milano e Dublino dal 30 luglio 2002 fino al 30 novembre 2005. Quanto alla frode fiscale, contestata fino al 30 settembre 2009, al premier, al figlio Pier Silvio, a Fedele Confalonieri, ad Agrama, Lorenzano, Pace, Ballabio e Giorgio Dal Negro (definito socio occulto di Lorenzano) sarebbe di circa 8 milioni di euro evasi. L’ accusa nei confronti di Pier Silvio Berlusconi, come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, si riferisce ai suoi incarichi di presidente di Rti e vice presidente di Mediaset.

Per l’avvocato del premier, Niccolò Ghedini,«la Procura di Milano ancora una volta continua nella pervicace volontà di sottoporre a processo Silvio Berlusconi. Le contestazioni mosse hanno dell’incredibile sia per il contenuto delle stesse sia per gli anni a cui si riferiscono, periodo in cui Silvio Berlusconi non aveva la benchè minima possibilità di incidere sull’azienda».

Duro anche il giudizio del coordinatore del Pdl Sandro Bondi: «Dopo la chiusura dell’inchiesta sui diritti tv, c’è qualcuno che può ancora credere che alcuni pubblici ministeri siano interessati a celebrare la giustizia, applicare le leggi e ricercare la verità? Di questo passo muore il senso della giustizia e scompare definitivamente la fiducia dei cittadini nella magistratura. Oltretutto i fatti contestati risultano ancora più assurdi visto che in quel periodo l’On. Silvio Berlusconi era Presidente del Consiglio».