Mediazione civile obbligatoria? No, è illegittima. Parola di Corte Costituzionale

Pubblicato il 24 Ottobre 2012 - 16:36 OLTRE 6 MESI FA
La Corte Costituzionale ha bocciato la mediazione civile obbligatoria (LaPresse)

ROMA – La Corte Costituzionale ha bocciato la mediazione obbligatoria nelle cause civili: è costituzionalmente illegittima perché conseguenza di un eccesso di delega legislativa che il governo Berlusconi ha esercitato emanando le norme che hanno introdotto la media-conciliazione nelle controversie civili e commerciali, nella parte in cui si prevede il carattere obbligatorio della mediazione. Il Parlamento infatti aveva delegato il governo ad emanare una legge che, pur prevedendo la media conciliazione, non doveva comunque ritenerla obbligatoria. In questo senso il governo ha ecceduto i limiti posti alla sua azione legislativa. Spalancando le porte a un “business”, quello della mediazione civile e della formazione dei mediatori civili.

La cosiddetta “media-conciliazione” (leggi: come e quanto costa far pace dal mediatore civile) è stata introdotta dal governo Berlusconi con il Decreto legislativo del 4 marzo 2010 (testo integrale in pdf): prevede una serie di procedure di conciliazione alternative per evitare il processo nelle controversie civili e commerciali e ridurre così – di una cifra stimata in un milione di cause – il carico dei procedimenti nei Tribunali.

La Consulta ha “bocciato” per eccesso di delega la sola parte che prevede per il ricorrente l’obbligo di conciliazione, in quei casi in cui c’è il presupposto.

La questione di legittimità era stata posta alla Consulta dal Tar a seguito di una serie di ricorsi amministrativi sulla norma presentati da alcune associazione dell’Avvocatura, tra cui l’Oua. Il Tar aveva chiesto alla Consulta di valutare anche altri aspetti, tra cui la parte della legge che dispone che abilitati a costituire organismi deputati alla media-conciliazione “sono gli enti pubblici e privati che diano garanzie di serietà ed efficienza”.

L’Organismo Unitario dell’Avvocatura: “L’obbligatorietà della mediazione era un meccanismo perverso”. Il commento alla sentenza della Corte Costituzionale di Maurizio De Tilla, presidente dell’Oua:

“Obbligatorietà e costi alti costituivano un meccanismo perverso che, oltre che limitare l’accesso alla giustizia, avviava un processo di privatizzazione di un diritto sancito dalla nostra Costituzione […] Questo sistema ha solo alimentato un mercato ‘drogato’ di scuole di formazione per mediatori e di società di conciliazione nate ad hoc, senza i dovuti criteri di qualità. Tutti aspetti che abbiamo denunciato più volte”.

Il Consiglio nazionale forense (Cnf) esprime “soddisfazione”.

“La previsione del passaggio obbligatorio dalla mediazione come condizione, per di più onerosa, per adire il giudice non solo rendeva oltremodo difficoltoso l’accesso alla giustizia da parte dei cittadini; ma era una previsione anomala con riguardo alla natura propria di un istituto che risulta tanto più efficace quanto basato sulla reale volontà delle parti”.

Il ministro della giustizia Paola Severino: “Prendo atto”

“Non ho letto le motivazioni ma la valutazione di legittimità è solo su una parte della delega che è stata esercitata dal precedente governo. Non posso che prenderne atto. Stavamo già ragionando con gli avvocati sul tema della mediazione. Gli istituti funzionano nel tempo, con la pratica, e questo stava iniziando a funzionare. Rimane comunque quella facoltativa, vuol dire che lavoreremo sugli incentivi”