Medici a gettone: trovarsi curati in ospedale da un 70enne in servizio da 24 ore filate

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Dicembre 2022 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA
Medici a gettone: trovarsi curati in ospedale da un 70enne in servizio da 24 ore filate

Medici a gettone: trovarsi curati in ospedale da un 70enne in servizio da 24 ore filate FOTO ANSA

In Italia mancano i medici, soprattutto nei Pronto Soccorso, e così succede che aziende private ”prestano” i medici agli ospedali: vengono chiamati medici a gettone. Niente di male, accade anche in altri settori come avvocati, idraulici… Però capita che questi medici a gettone che vanno a curare pazienti di ogni tipo e con ogni tipo di patologia spesso proprio medici non sono. Alcuni sono senza qualifica, altri sono troppo anziani, medici in pensione magari anche con la mano tremolante. Altri sono stremati perché i medici a gettone vengono ovviamente pagati e più ore la vorano e più il compenso aumenta. Quindi capita anche di trovarsi curati da un pensionato che è in servizio in un Pronto Soccorso da 24 ore. 

Medici a gettone: l’ultima scoperta

Camici bianchi over70 in corsia oltre i limiti di età previsti, infermieri non iscritti all’Albo, dottori senza adeguata specializzazione e formazione. Tanto da trovarsi dinanzi a medici non specializzati in Medicina d’urgenza in reparti di Pronto Soccorso. O medici generici incapaci di eseguire un parto cesareo pur essendo impiegati in un reparto di ostetricia, come accaduto in provincia di Vercelli. Queste e molte altre le criticità scoperte dai carabinieri Nas in un’operazione che, da novembre, ha previsto controlli in ospedali e Rsa in tutta Italia. Portando alla luce irregolarità in 165 posizioni lavorative. Sotto accusa il sistema delle prestazioni lavorative per figure sanitarie appaltate a cooperative che, secondo i sindacati medici, ha determinato una situazione da ”Far west”.

Qualche numero

I controlli, spiegano i Nas, effettuati in ospedali e Rsa, strutture che “per sopperire alla carenza di personale e garantire l’erogazione minima dei servizi di cura ed assistenza, ricorrono sempre più spesso a contratti di appalto per avvalersi di professionalità sanitarie – medici, infermieri ed operatori sanitari – forniti da società esterne, solitamente riconducibili a cooperative”. Svolti accessi presso 1.934 strutture sanitarie, monitorando 637 imprese/cooperative private e verificando l’idoneità di oltre 11.600 figure tra medici (13%), infermieri (25%) e altre professioni sanitarie (62%). I militari hanno segnalato complessivamente 205 persone, tra responsabili di cooperative, titolari di strutture sanitarie ed operatori sanitari. Di cui 83 all’Autorità Giudiziaria e 122 a quella Amministrativa. Vari anche i casi di esercizio abusivo della professione (43 operatori) in particolare riguardanti lo svolgimento di attività infermieristiche in assenza di iscrizione all’albo e senza il riconoscimento dei titoli acquisiti all’estero. 

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