Medici no vax, sono quasi 2mila quelli che potrebbero essere reintegrati

Sul totale di 4mila sospesi, oltre 400 sono odontoiatri mentre il 47% del totale ha più di 68 anni ed è fuori dal Servizio sanitario nazionale.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Novembre 2022 - 17:33 OLTRE 6 MESI FA
medici no vax

Medici no vax, sono quasi 2mila quelli che potrebbero essere reintegrati (foto ANSA)

Sono 1.878 i medici no vax che potrebbero rientrare effettivamente in servizio a seguito del decreto legge con il quale il Consiglio dei Ministri ha anticipato all’1 novembre la scadenza dell’obbligo di vaccinazione anti-Covid per i professionisti sanitari. Sul totale di 4mila sospesi, oltre 400 sono odontoiatri e tra i medici il 47% ha più di 68 anni ed è fuori dal Servizio sanitario nazionale. Lo comunica la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), che ha elaborato gli ultimi dati sui medici e odontoiatri sospesi dagli Albi per non essersi vaccinati. 

Cosa cambia dal 1 novembre per i medici no vax

Al 31 ottobre, rileva la Fnomceo, erano dunque 4.004 i medici e odontoiatri sospesi, vale a dire lo 0,85% dei 473.592 iscritti. Di questi, 3.543 i medici (lo 0,82% dei 434.577 totali), 461 gli odontoiatri e 325 i doppi iscritti, che, per la stragrande maggioranza, esercitano come odontoiatri.

Andando però a vedere l’età dei sospesi, poco meno della metà, e precisamente il 47% dei 3.543 medici, vale a dire 1.665, afferma la Fnomceo, hanno più di 68 anni e sono per questo fuori dal Servizio sanitario nazionale.

“Dei rimanenti 1.878, la percezione è che la maggior parte siano liberi professionisti, ma non abbiamo, su questo, dati certi – commenta il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -.
Quello che possiamo dire è che gli Ordini si sono prontamente adeguati alle nuove disposizioni. Ringraziamo quindi tutti i Presidenti e il personale per il lavoro che hanno svolto in questi mesi e che ancora stanno svolgendo per ottemperare alla legge”. 

Le critiche dei medici

A sentire i medici, non sembra affatto che questo risolva il problema. Il decreto “è stato fatto senza il coinvolgimento delle parti sociali e non risolve assolutamente il problema della carenza di medici negli ospedali” denuncia Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri maggiormente rappresentativo.

“Questo provvedimento ci lascia perplessi soprattutto per il ‘deficit comunicativo’ da parte del governo: fino a ieri i no vax, come da tutti convenuto, non dovevano assolutamente essere presenti in ospedale, mentre da oggi in poi tutto torna alla precedente normalità”.

Sempre Di Silverio, intervenendo nel programma “Timeline” su SkyTg24 ha evidenziato come la maggior parte dei medici sospesi o si sono vaccinati o si sono ammalati, per cui la cifra di 4mila medici non vaccinati fornita dal Governo oggi è sovrastimata“. E comunque, fa notare, la carenza c’era anche prima che fossero sospesi. Inoltre, è pericoloso, afferma, reintegrare e assegnare medici e sanitari non vaccinati ai reparti con pazienti fragili maggiormente a rischio.

Reintegrazione decise caso per caso?

A calmare le acque ci ha pensato in parte Giovanni Migliore, presidente della Fiaso-Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere italiane, che ha detto che le reintegrazioni “saranno valutate caso per caso rispetto all’assegnazione nei reparti, ciò a tutela sia del medico sia dei pazienti”.

“L’obbligo vaccinale – sottolinea – sarebbe comunque decaduto entro due mesi e in una fase nuova dell’epidemia era comunque necessario intervenire per fare chiarezza, e questo provvedimento va in questa direzione. Noi a seconda della valutazione del rischio decideremo. Ora la priorità è avere maggiore personale per rispondere alla domanda dei cittadini e pertanto qualunque provvedimento che vada in questa direzione non può che essere il benvenuto”.

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