Medicina, sclerosi: a Ferrara sì alla sperimentazione del professor Zamboni

Pubblicato il 26 Novembre 2010 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA

Il comitato etico dell’ospedale S.Anna di Ferrara ha approvato il protocollo della sperimentazione promossa dalla Regione Emilia Romagna per la diagnosi e il trattamento della Ccsvi, la patologia che secondo gli studi fatti a Ferrara dal professor Paolo Zamboni sarebbe associata in un alto numero di casi all’insorgenza della sclerosi multipla. La notizia, anticipata da ‘la Nuova Ferrara’ è stata confermata dalla professoressa Aurelia Guberti, presidente dell’ organismo cui è stato affidato il compito di valutare l’ affidabilità scientifica dell’indagine che coinvolgerà su tutto il territorio nazionale oltre 500 pazienti.

”Ora – ha aggiunto Guberti – la sperimentazione potrà essere avviata. Il via libera da parte del comitato etico è definitivo”. Pazienti che sostengono la ricerca si sono costituiti in associazione e si sono ritrovati su una pagina di Facebook che conta già 30mila iscritti. Il protocollo prevede due fasi: un accertamento di tipo diagnostico e la verifica dell’esito terapeutico dell’intervento cosiddetto di ‘liberazione’, che comporta la disostruzione di alcune vene della testa e del torace nei pazienti. La stenosi dei vasi impedirebbe il normale deflusso del sangue determinando l’insorgenza della Ccsvi. Uno dei principali obiettivi della sperimentazione promossa da Zamboni è accertare appunto se c’è un legame tra la Ccsvi e la sclerosi multipla.

Un’associazione su cui non concordano tutti gli specialisti. In particolare i neurologi hanno espresso negli ultimi mesi molte perplessità. In tutta Italia sta partendo anche lo studio promosso dall’ Aism-Fism, sempre focalizzato sulla Ccsvi, ma con un approccio limitato all’aspetto epidemiologico e diagnostico (manca l’ intervento terapeutico). Zamboni ha partecipato alle fasi iniziali di questo progetto, ma poi ha abbandonato il comitato scientifico spiegando che nel protocollo non sussistono le condizioni che renderebbero efficace e scientificamente attendibile l’indagine promossa dall’Aism (900 milia euro, duemila pazienti coinvolti in 35 centri di ricerca).