Melania è stata uccisa da una donna? La linea difensiva di Parolisi

Pubblicato il 1 Agosto 2011 - 19:44 OLTRE 6 MESI FA

ASCOLI PICENO – Passa al contrattacco la difesa di Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito in carcere per l’omicidio della moglie Melania Rea. I suoi legali hanno rivelato oggi che sul corpo della giovane mamma di Somma Vesuviana sono stati trovati diversi capelli femminili, alcuni dei quali, almeno a giudicare dalla lunghezza, non dovrebbero essere della vittima. Un altro dettaglio che, sommato al Dna, anche questo femminile, trovato sotto l’unghia dell’anulare sinistro di Melania, farebbero propendere per l’ipotesi di un killer donna.

E a fornire un ‘assist’ agli avvocati Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, e’ anche lo psichiatra Alessandro Meluzzi, oggi ad Ascoli in qualita’ di consulente di Katia Reginella per il caso della scomparsa del figlioletto Jason. ”Piu’ che un omicidio commesso da un marito, per la dinamica dell’aggressione sembra piu’ un regolamento di conti fra donne”, ha detto Meluzzi parlando con i giornalisti. ”Le coltellate inferte in maniera disordinata fanno pensare a una mano femminile”, ha aggiunto, giudicando poi ”poco probabile” una delle ipotesi formulate dagli inquirenti secondo cui Melania, al Bosco delle Casermette, dove e’ stata uccisa, si sarebbe abbassata pantaloni, collant e slip volontariamente, come ad offrirsi sessualmente al marito che in quel frangente – secondo l’ipotesi accusatoria – avrebbe inferto le prime coltellate alla donna, colpendola alla schiena.

L’altra ipotesi, pero’, e’ che la Rea si fosse parzialmente svestita per fare pipi’. Un particolare di questa tragedia che potrebbe aggiungere un’aggravante nella contestazione di omicidio volontario a Parolisi. Oltre a quella del grado di parentela e della crudelta’, nella nuova richiesta d’arresto formulata dalla Procura di Teramo, cui l’inchiesta e’ passata per competenza, verrebbe mossa anche quella di aver ”profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”. Ovvero Melania e’ stata uccisa mentre era accovacciata a terra, in posizione in cui era difficile potersi difendere.

Ma intanto Gentile e Biscotti suonano la carica, domandandosi perche’ – a proposito dei capelli trovati sul corpo – ”prima di arrestare Parolisi questa fondamentale traccia non sia stata analizzata ed esaminata con l’urgenza del caso, tenuto conto anche del Dna femminile ritrovato sotto l’unghia di Melania. Questa evidente lacuna evidenzia un ulteriore macroscopico buco in un’indagine a senso unico sempre piu’ fragile, sempre piu’ ricca di palesi contraddizioni e di tanti, tantissimi dubbi”.

Il Dna trovato sotto l’unghia presenta in realta’ un profilo misto: e’ della stessa Melania e di un’altra donna. Non sembrerebbe da difesa ma da sfregamento. Potrebbe essere accaduto che la Rea si sia tolta l’anello di fidanzamento che portava a quel dito, insieme alla fede, gettandolo a terra in segno di disprezzo (il gioiello fu trovato accanto al suo corpo), o che sia stata una donna a sfilarglielo. Anche in questo caso un gesto molto simbolico, visto cio’ che quell’anello rappresentava. La difesa, insomma, si appresta a smontare una ad una le accuse, dopo aver puntato i riflettori anche su una foto scattata a Colle San Marco, poco dopo le 15, il giorno della scomparsa di Melania.

Nella foto compare la sagoma di un’auto, che potrebbe essere quella di Parolisi, e se cosi’ fosse sarebbe confermata la sua presenza sul pianoro ascolano. Si attende intanto la decisione del Gip di Teramo, Giovanni Cirillo, sulla richiesta di un nuovo arresto presentata dal pool di magistrati teramani a carico di Parolisi. Ma alla chiusura degli uffici di cancelleria del gip, oggi, nessun atto e’ stato presentato. Si prevede che questo possa avvenire tra domani e mercoledi’. E questa mattina il pm Davide Rosati ha effettuato un sopralluogo a Ripe di Civitella, sul luogo dove il 20 aprile scorso era stato rinvenuto il cadavere di Melania.