Melania, la bella Ludovica, figura chiave per il gip

Pubblicato il 20 Luglio 2011 - 20:13 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 20 LUGLIO – Lunghi capelli castani, splendidi occhi verdi, un corpo sinuoso, come rivela la foto su Facebook in cui e’ ritratta fasciata da un corto vestito verde che mette in risalto le sue forme. E’ lei la ‘femme fatale’, Ludovica P., 27 anni, caporale all’8/o Reggimento lancieri di Montebello, amante dei cavalli, una laurea alla Sapienza di Roma, che ha mandato in tilt i sistemi di difesa di Salvatore Parolisi, in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie Melania Rea.

Al di la’ delle immagini letterarie, Ludovica e’ la giovane donna che ora porta il peso di una responsabilita’ indiretta per l’omicidio della ‘rivale’. E’ lei, per i magistrati ascolani che hanno chiesto l’arresto di Parolisi, e il gip di Ascoli che ha accolto il loro impianto accusatorio, il possibile movente.

Altro che scappatella per il caporalmaggiore dell’esercito, che tiene la bocca cucita su questa ‘liaison’ – con l’effetto di coprirsi con una foglia di fico, perche’ gli investigatori stanno rivoltando la sua vita come un calzino – fino all’audizione nella caserma dei carabinieri a Castello di Cisterna, nel Napoletano, dei primi di maggio.

Invece lui con questa ragazza si vedeva ormai da due anni, da quando Melania era incinta della piccola Vittoria. Ludovica non era stata per lui l’unica relazione extraconiugale, ma la piu’ importante si’. Ed e’ proprio nel cortocircuito che si crea nella sua mente, tra la voglia di vivere questa storia e la necessita’ di non mandare in crisi tutto l’impianto familiare (non solo moglie e figlia, ma tutti i parenti) che si anniderebbe il clic che fa fare al soldato il passo fatale, aggredendo la moglie ”all’improvviso”, massacrandola a coltellate e lasciandola agonizzante al Bosco della Casermette, con la bimba in auto, testimone muta della follia del padre e della fine della madre.

”Ho sofferto molto – aveva raccontato Ludovica in un’intervista televisiva, in cui non si era fatta riprendere i viso ad eccezione degli occhi – e mi sono sentita presa in giro da Salvatore”.

Con voce mesta e proprieta’ di linguaggio, ha ricordato quando Melania scopri’ la loro relazione: a gennaio 2010, ”per caso, per una distrazione di Salvatore, che scambio’ le due schede Sim che aveva e la chiamo’ con il numero dedicato a me”. Che pasticcione, Parolisi. ”Dopo questo episodio mi contatto’ due volte, una nell’immediatezza, a gennaio, l’altra ad aprile”.

Ludovica ha smentito la minaccia che Melania le avrebbe fatto di rovinarle la carriera se non avesse lasciato stare il marito. Smentita, a sua volta, da un’amica cara della Rea. In realta’, Melania c’era andata giu’ dura, dicendole che le avrebbe ”spaccato la faccia”. Perche’ ”era una donna non disposta a cedere”, rileva oggi il gip. E come in ogni triangolo che si rispetti, si fa per dire, anche Ludovica non era tenera con l’altra.

Nei messaggi su Facebook sprona Salvatore a decidersi, dicendogli tra l’altro: ”non devi ammazzare nessuno” (una frase profetica o la replica a uno sfogo di lui?), ”…devi lasciare una persona che non ami e con cui non stai piu’ bene da una vita”. E infila qualche battuta velenosa sulla Rea: ”tu non gli devi una lira, e’ ora che questa si trovi un lavoro”. Parolisi dice che sta trattando con la moglie la separazione, ”ancora una settimana poi dovra’ sparire dalla mia vista”. Lei lo incalza, e gli scarica addosso tutta la sua rabbia (”sei una merda”, ”mi fai schifo”) perche’ lui promette ma non decide.

Lui si autoflagella, correda i suoi messaggi da una serie di ‘muuuua’, il suono dei baci, saccheggia la tradizione canora partenopea (”…tu si na cosa grand pme, non dimenticarlo mai”). Dal 12 al 19 aprile i contatti telefonici tra i due sono ossessivi: 904 sms di Salvatore alla ragazza, 1.597 da Ludovica all’innamorato, 1.170 chiamate da Salvatore a Ludovica, 63 da lei verso Salvatore. Poi c’e’ un teste, un signore che porta a spasso i cani, che riferisce di aver visto Salvatore in tuta mimetica, fermo con la sua auto su una strada sterrata, ”quasi tutti i pomeriggi” nel mese di marzo, intento a telefonare per almeno 30-40 minuti. E una volta ”piangeva come un bambino”.

A ridosso di Pasqua, e dell’omicidio di Melania, Salvatore si trova definitivamente messo alle strette: deve andare con la moglie dai parenti in Campania ma deve anche andare da Ludovica. Il padre della ragazza gli ha prenotato persino una stanza d’albergo per due giorni. Cio’ che avviene dopo e’ risaputo, almeno secondo l’accusa. ”Non ha saputo gestire psicologicamente le due ‘pressioni’ contrapposte”, e’ la conclusione del gip. Dopo, lui e Ludovica continuano a sentirsi, ma il tono e’ cambiato.

Meno ‘muuua’ e piu’ direttive pratiche impartite da Parolisi all’amante: non chiamarmi, non mandarmi sms, cancella la pagina Facebook, non dire che siano innamorati. E’ arrabbiato, come si capisce da alcune intercettazioni ambientali nella sua auto: ”ma chi cazzo e’…gli dico non mi chiamare e lei mi manda il messaggio… ehhh…Gesu’ mio”, dice tra se’ e se’; ”…ma guarda che questa e’ davvero scema questa ragazza…”; ”Mannaggia, quella non capisce. Io gli dico di lasciare stare e lei insiste, quella insiste…quella e’ tosta (non vuole capire)”. Anche la passione per Ludovica, la ‘femme fatale’, sembra ormai spenta.