Meredith, l’avvoacto di Amanda: “Crocifissa pubblicamente”

Pubblicato il 29 Settembre 2011 - 20:49 OLTRE 6 MESI FA

PERUGIA, 29 SET – Amanda Knox è stata mediaticamente ”crocifissa sulla pubblica piazza”, per mesi fatta oggetto di una campagna che ne ha ”stravolto la vita” mentre la sua ”immagine è stata massacrata su dati sensibili, come sesso e salute” secondo i suoi difensori, Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova.

Lei ora è una ”ragazza disperata”, che ”aspetta giustizia”. Va assolta dall’accusa di avere ucciso Meredith Kercher perché non ci sono prove che la collegano al delitto. I legali lo hanno chiesto oggi alla Corte d’assise d’appello di Perugia al termine di una lunga arringa.

Chiusa da un abbraccio tra la Knox, sempre più tesa, e l’avvocato Ghirga al quale la studentessa di Seattle ha sussurrato ”grazie”. Prima che il suo ex fidanzato e coimputato Raffaele Sollecito la salutasse con un ”see you later” che vuol dire ci vediamo dopo ma probabilmente racchiude la speranza di un incontro da assolti e liberi. Una decisione che i giudici perugini prenderanno probabilmente nella giornata di lunedì dopo le repliche di domani e, forse, una sosta sabato e domenica.

”Amanda ha perso coraggio – ha detto l’avvocato Ghirga – e solo la sentenza glielo può ridare”. Chiudendo la sua arringa ha chiesto alla Corte ”non di mettersi nei panni dei genitori di Amanda”. ”Ma per favore – ha aggiunto – non considerateli il clan Knox. Sono solo due famiglie allargate alle quali è cambiata la vita. Non una lobby ma genitori che meritano rispetto. Amanda ora ha il cuore pieno di speranza di tornare libera”’.

Ghirga ha ricordato gli oltre 400 colloqui in carcere con la Knox. ”Questa storia mi ha preso il cuore – ha ammesso – ma non mi ha mai impedito di credere ad Amanda”. Una ”innocente”, in cella ”ormai quasi da mille giorni” per l’avvocato Dalla Vedova secondo cui ”le reti dell’accusa sono ormai vuote”.

Con un’arringa strettamente giuridica, i legali sono andati all’attacco delle prove dell’accusa. Ghirga ha definito ”ineccepibili” le conclusioni della perizia sulle tracce di Dna che ha considerato ”non attendibili” i risultati della polizia scientifica.

Ha poi attaccato la credibilità dei testimoni dei pm, ma secondo il difensore della Knox ”la debolezza della sentenza di primo grado è soprattutto la dinamica omicidiaria” che il legale ha individuato in un solo aggressore non in più persone come invece ritenuto dai giudici.

”Amanda – ha ricordato Ghirga – dice sempre ‘io ero amica di Meredith, le volevo bene’. Quale sarebbe stato il motivo dell’odio? Il coltello individuato dall’accusa, poi, non può essere l’arma del delitto”. E sulle dichiarazioni con le quali la Knox ha chiamato in causa Patrick Lumumba, poi prosciolto, per il suo legale ”manca il dolo e c’è spazio per un’assoluzione anche dalla calunnia” per la quale solo lei è stata condannata, a 26 anni di reclusione.

”Lei non c’era quella sera in via della Pergola” ha ribadito Dalla Vedova. La sentenza di primo grado su Amanda Knox ”è profondamente errata ed è necessaria una rettifica” ha aggiunto. ”Siate rispettosi del dolore dei familiari di Meredith – ha concluso Dalla Vedova – ma siate attenti a non commettere l’errore di tenere in carcere due innocenti: l’unica decisione possibile è l’assoluzione di Amanda”.