Mestre: omicidio Valerio Bari, arrestati due amici della vittima

Pubblicato il 9 Agosto 2011 - 08:22 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Sono stati individuati dalla squadra Mobile di Venezia gli autori dell’omicidio di Valerio Bari, 75 anni, ucciso a Mestre (Venezia) il 30 giugno scorso.

Si tratta di due veneziani, amici della vittima, arrestati martedì mattina per omicidio volontario aggravato in concorso e rapina aggravata. Oberati dai debiti, gli indagati avrebbero ucciso per depredare Bari del denaro e di oggetti d’oro che, venduti, hanno fruttato poche centinaia di euro.

L’anziano, bidello in pensione, era stato trovato a mezzogiorno riverso sul ciglio di una strada sterrata a ridosso di un campo di mais, a Favaro Veneto. La vittima aveva i polsi legati sul davanti con del nastro da pacchi, il cavo orale ostruito da 4 tovaglioli di carta, una ferita alla testa coperta da un sacchetto nero. Il medico legale aveva stabilito che l’uomo era morto circa un’ ora prima del rinvenimento.

La squadra mobile lagunare, diretta da Marco Odorisio, dopo i primi accertamenti ha indirizzato le indagini su un’unica pista, ritenendo, a ragione, che l’omicidio era maturato nell’ambito dei conoscenti dell’anziano.

La polizia ha focalizzato inizialmente l’attenzione sul fatto che l’ex bidello era uscito, come tutte le mattine, poco dopo le 10.15 per fare una passeggiata e per incontrarsi con alcuni amici, anch’essi pensionati, in un bar della zona.

La moglie non vedendo rientrare il compagno per l’ora di pranzo ha allertato prima vari conoscenti e poi il 113 segnalando la scomparsa. All’anziano, trovato poco dopo morto, erano stati sottratti il portafogli e vari oggetti personali tutti d’oro: una collana con crocifisso, un orologio, un bracciale, la fede ed un anello.

Le indagini di questa Squadra Mobile si sono concentrate sulle amicizie della vittima, ed in particolare su due sessantacinquenni, anche loro avventori dello stesso bar.

L’approfondimento investigativo della polizia ha fatto emergere una disastrosa situazione economica dei due indagati, gravati da debiti per decine di migliaia di euro.