Metro A prende palo: Roma bucata e paralizzata, Atac inferno dei pendolari FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Luglio 2014 - 14:10 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Metro A – dal capolinea Battistini alla stazione Termini – ferma per un giorno, il traffico di Roma impazzito, un altro giorno difficilissimo per gli 820 mila pendolari che si servono dei mezzi pubblici nella Capitale. E si è rischiato anche l’incidente mortale, perché un palo d’acciaio lungo 18 metri e del diametro di 60 centimetri alle 8.30 di martedì 15 si è abbattuto come un proiettile sul vagone della metro in corsa, all’altezza della stazione Flaminio Piazza del Popolo. Per fortuna, racconta il macchinista, uno dei più esperti sulla linea A, che se lo è trovato davanti ma

per fortuna il peggio è evitato perché il grosso tubo ha centrato il lato vuoto della cabina e ha rimbalzato lungo la fiancata. Lui sta bene, ferma il mezzo, «ho solo qualche graffio per i vetri che si sono infranti», rassicura, scende e comincia ad aiutare i passeggeri a lasciare il convoglio. Chi era sopra ha avuto una grande paura: «Due brusche frenate, i boati, non capivamo nulla», racconta un testimone, Gianpaolo Cherchi. In stazione sono i due vigilantes Italpol a prestare i primi soccorsi e a fare evacuare i viaggiatori. «Aspettavo la metro per Barberini che i monitor davano in arrivo – racconta Giulia Varvella, 31 anni – ero a un passo dalle scintille, i cavi ballavano vistosamente, abbiamo sentito gli scoppi, la gente ha pensato a una bomba e ha cominciato a scappare. Tutto in un minuto. Siamo corsi fuori, in tanti piangevano come bambini».

Perché quel palo è piombato sulla metro? Dal 2007 la Ferrovit, consorzio di imprese che riunisce CCC-Orion, So.Co.Stra.Mo., Donati e Preneste Appalti, ha in appalto l’ammodernamento della linea ferroviaria Roma-Viterbo. Lavori che comprendono una nuova stazione a Flaminio-Piazza del Popolo.

Lunedì 14 erano stati calati quattro pali armati in acciaio che devono essere riempiti col cemento, pilastri per le fondamenta della nuova stazione. Ma la zona, come spesso succede a Roma, ha un sottosuolo imprevedibile, soprattutto se i calcoli degli ingegneri sono stati fatti troppo in fretta (lo appureranno le indagini). In teoria la profondità del terreno entro il quale infilare il palo doveva essere di 28 metri. In realtà o la profondità era nettamente maggiore o c’era un buco non segnalato. Oppure c’è stato un errore nella posa dei pali. Fatto sta che il palo è diventato un missile che ha sfondato il tunnel della metro ed è arrivato dritto sui binari.

«La Ferrovit si assumerà la responsabilità dei danni, non solo funzionali ma anche d’immagine», ha dichiarato l’assessore alla Mobilità Guido Improta. Danni quantificabili in 50 milioni di euro per il Codacons. Anche Atac ha aperto un’inchiesta interna.

Durante tutta la giornata, l’Atac ha messo a disposizione 35 autobus sostitutivi. Ma sono stati presi d’assalto e si sono trovati spesso intrappolati in un traffico congestionato dall’assenza dell’alternativa “underground” che la metro rappresenta. Scrivono Alessia Marani e Mauro Evangelisti sul Messaggero:

L’incidente di ieri, per quanto con dinamiche inedite, ha mostrato ancora una volta la fragilità del sistema dei trasporti della Capitale, che condanna ogni giorno 820 mila pendolari a disagi e ritardi.
Solo un mese fa si è allagata a causa del maltempo un’altra stazione della metro A, Anagnina, e anche in quel caso il servizio è stato sospeso. E nel 2013 andò peggio: l’inaugurazione del tratto della B1 della metropolitana fu per mesi caratterizzata dal blocco del servizio. E se nella B la metà dei treni è obsoleta e senza aria condizionata, non va meglio per il trasporto di superficie, dove l’Atac – la grande malata tra le municipalizzate, perfino più grave dell’azienda dei rifiuti – può fregiarsi del non esaltante record di un bus guasto su tre. Per salvare l’Atac, una macchina mangiasoldi senza fine (debito di 700 milioni), sono state tagliate anche le corse delle linee dei bus meno usate, ma l’effetto è stato quello di allungare le code alle fermate.
A Roma ogni giorno 750 mila passeggeri salgono sulla metro e lo stop di ieri ha scombussolato la vita di molti cittadini (che in media, quando va bene, spendono ogni giorno un’ora della loro vita negli spostamenti): l’Atac ha fatto scendere in campo il servizio sostitutivo di 35 bus navette, ma come sempre succede in questi casi sono rimaste intrappolate nel traffico. Come capita a chi a Roma usa auto o moto (altro record, ce ne sono 978 ogni mille abitanti, oltre il doppio di Londra e Parigi).

Il servizio della Metro A, oggi 16 luglio, è ripreso regolarmente. Per ogni aggiornamento l’account Twitter @infoAtac è la fonte più affidabile e rapida.

Intanto la Procura di Roma ha disposto una consulenza tecnica in merito all’incidente avvenuto ieri sulla linea A della metropolitana. L’accertamento servirà ad accertare le responsabilità di quanto avvenuto e per quale motivo un palo d’acciaio si sia abbattuto contro la cabina del macchinista a pochi metri dalla fermata di piazzale Flaminio. Nel procedimento coordinato dal pm Pietro Pollidori, al momento ancora senza indagati, si ipotizza i reati di pericolo colposo nella sicurezza dei trasporti pubblici. La consulenza dovrà in primo luogo verificare lo stato di sicurezza del cantiere da dove è precipitato il palo: si tratta di lavori avviati da qualche tempo per la realizzazione di un nuovo capolinea della linea ferroviaria. Gli inquirenti vogliono chiarire se siano stati rispettati le norme di sicurezza sul lavoro e la fattibilità del progetto.