Michela Pascali, il ministero le dà l’ok per andare in divisa al meeting dei poliziotti omosessuali

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2018 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA
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Michela Pascali, il ministero le dà l’ok per andare in divisa al meeting dei poliziotti omosessuali

ROMA – La poliziotta Michela Pascali potrà indossare la divisa a Parigi, all’ottava riunione dell’European Glbt Police Association, che riunisce le associazioni [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] che in 16 Paesi europei si battono per il riconoscimento di pieni diritti per gay, lesbiche e transessuali nelle forze armate e nei corpi di polizia.

Nel giorno in cui alcuni media italiani davano la notizia del divieto per la donna di vestire l’uniforme comunicato dal questore fiorentino lo scorso 28 maggio – rilevando “il carattere non istituzionale della partecipazione” – una nota del ministero degli Interni, riporta Franco Vanni su Repubblica, chiarisce che invece per la Pascali “nulla osta alla partecipazione in divisa, libera dal servizio”. In pratica l’assistente capo della polizia di Stato, che è anche vicepresidente dell’associazione per i diritti Lgbti “Polis Aperta”, a Parigi potrà vestire l’uniforme. A differenza dei colleghi di altri Paesi, comunque, dovrà andarci al di fuori dell’orario di lavoro, usando una giornata di congedo.

La delegazione italiana all’assemblea di Parigi, in programma fra il 27 e il 29 giugno prossimi, comprende anche poliziotti in servizio nelle questure di Milano e Genova, a cui sin dall’inizio non era stato posto alcun limite sull’uso della divisa, pur precisando che l’autorizzazione non doveva essere intesa “come delega a rappresentare ufficialmente la polizia di Stato”.

Michela Pascali, incassato l’ok del ministero a vestire l’uniforme, commenta con prudenza: “In seguito al provvedimento che mi fu notificato a fine maggio, nel quale mi veniva comunicato di ‘aver valutato l’esclusione dell’utilizzo della divisa’, avevo immediatamente comunicato di avere interesse solo di capire cosa fosse successo e per quale motivo ci fosse stata questa differenza di posizione rispetto agli altri due dipendenti della polizia di Stato. E avevo chiarito di non essere più interessata all’utilizzo dell’uniforme fuori dal servizio. Tuttora non mi è chiaro cosa stia succedendo e perché ora mi sia stato concesso il nulla osta. Continuerò a chiedere informazioni agli uffici competenti”.