Michele Ferrulli morto durante arresto: “Poliziotti lo colpirono quando era inerme”

Pubblicato il 19 Aprile 2012 - 14:29 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Michele Ferrulli, l'uomo morto lo scorso 30 giugno a Milano per arresto cardiaco mentre alcuni agenti, intervenuti per sedare gli schiamazzi, lo stavano arrestando, venne percosso ''ripetutamente'' anche ''con l'uso di corpi contundenti'' quando era gia' ''immobilizzato a terra'' e ''non era in grado di reagire ed invocava aiuto''. Lo scrive la Procura di Milano che ha chiuso le indagini nei confronti di 4 poliziotti accusati di omicidio colposo poiche' avrebbero ecceduto ''i limiti del legittimo intervento''.

Il pm di Milano, Gaetano Ruta, dopo aver derubricato l'iniziale accusa di omicidio preterintenzionale in omicidio colposo, ha chiuso l'inchiesta a carico dei quattro agenti, in vista della richiesta di rinvio a giudizio.

Ferrulli, manovale e facchino di 51 anni, quella sera del 30 giugno scorso si trovava in via Varsavia alla periferia sud-est di Milano, vicino ad un bar, dove una volante della polizia intervenne perche' da una casa vicina erano arrivate lamentele per i continui schiamazzi in strada. L'uomo, con precedenti penali anche per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, stando a quanto era stato riferito in Questura, era ubriaco, ''aggressivo e ostile''.

Dopo aver minacciato a parole i poliziotti, Ferrulli, aveva spiegato ancora la Questura, improvvisamente aveva cercato di colpire un agente, ma era stato fermato dall'altro. Ne era nata una colluttazione, lunga e ripresa anche in alcuni filmati finiti agli atti dell'indagine.

Nell'atto di chiusura delle indagini il pm scrive che i quattro agenti, intervenuti per la ''chiamata'' che segnalava ''la condotta molesta e di disturbo di tre uomini (con Ferrulli c'erano due romeni, ndr)'', agendo ''in cooperazione tra loro cagionavano la morte dell'uomo'', la cui famiglia e' assistita dall'avvocato Fabio Anselmo, legale di parte civile anche nei casi Cucchi e Uva.

I poliziotti, secondo il pm, avrebbero agito ''con negligenza, imprudenza ed imperizia consistite nell'ingaggiare una colluttazione eccedendo i limiti del legittimo intervento percuotendo ripetutamente la persona offesa in diverse parti del corpo pur essendo in evidente superiorita' numerica e continuando a colpirlo anche attraverso l'uso di corpi contundenti quando la stessa era immobilizzata a terra in posizione prona''. Ferrulli ''non era in grado di reagire e invocava aiuto''.

I quattro, che avrebbero concorso a determinare ''il decesso'' dovuto anche ''allo stress emotivo del contenimento ed alle percosse'', sono accusati anche di falso in relazione alla loro ''annotazione'' sull'intervento di quella sera nella quale avevano parlato di ''perdita di equilibrio di tutto il gruppetto'', anche degli agenti, durante l'arresto.