Migliori ospedali italiani, la classifica relativa alle diverse aree di intervento: cuore, tumori, infarto

Agenas, l’agenzia sanitaria della Regioni ha stilato una classifica dei migliori ospedali italiani in base aree di intervento. Ad essere stati resi pubblici sono i dati del Pne, il Piano nazionale esiti di Agenas.

I migliori ospedali per il cuore

Per quanto riguarda ad esempio l’area cardiovascolare, l’analisi ha considerato le strutture che garantiscono gli standard assistenziali nella maggior percentuale di casi. Come parametro si è preso l’intervento di angioplastica coronaria garantita entro i 90 minuti. Ecco gli ospedali che occupano i primi 10 posti per interventi al cuore:

  • Ospedale del Mare di Napoli (84,2%)
  • Policlinico Tor Vergata di Roma (84%)
  • Ospedale Spaziani di Frosinone (82,8%)
  • Ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca (82,1%)
  • Ospedale Maria Vittoria di Torino (77,8%)
  • Ospedale S. Antonio Abate di Erice (77,3%)
  • Ospedale Centrale di Bolzano (76,3)
  • Ospedale Mater Domini di Catanzaro (75,4%)
  • Ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli (75%)
  • Ospedale Infermi di Rimini (74,8%).

Prendendo invece come riferimento la mortalità per bypass a 30 giorni dall’intervento, ossiail numero di decessi a distanza di un mese da un infarto, l’Umberto I di Ancona è l’unico a non aver registrato nessun decesso. L’elenco dei migliori dieci che hanno minore mortalità:

  • Umberto I di Ancona, (0%)
  • Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine (0,5%)
  • Casa di cura Montevergine di Mercogliano (0,67%)
  • Ospedale Del Cuore Pasquinucci di Pisa (1,19%)
  • Heperia hospital di Modena (1,32%)
  • Ospedale San Giovanni Di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno (1,43%)
  • Policlinico Gemelli (1,63%)
  • Ospedale Ss. Annunziata di Chieti (1,96%)
  • Ospedale di Treviso (2,34%)
  • Ospedale di Vicenza (2,38%).

I migliori ospedali per i tumori

Per l’area oncologica lo studio Agenas prende in considerazione due tipi di tumore: alla mammella e alla prostata.

Seno

  • Istituto europeo di oncologia di Milano (2716)
  • Policlinico Gemelli di Roma (1208)
  • Ospedale Humanitas di Rozzano (1031)
  • Istituto nazionale dei tumori di Milano (887)
  • Azienda ospedaliera Careggi di Firenze (846)
  • Ospedale Bellaria di Bologna (796)
  • Ospedale Sant’Anna di Torino (768)
  • Humanitas di Misterbianco in provincia di Catania (739)
  • Istituto oncologico veneto di Padova (722)
  • Azienda ospedaliera di Pisa (715)

Prostata

  • Azienda ospedaliera Careggi di Firenze (621)
  • Istituto europeo di oncologia di Milano (505)
  • Casa di cura Pederzoli di Peschiera del Garda (367)
  • Ospedale san Raffaele di Milano (354)
  • Ospedale Sant’Orsola di Bologna (321)
  • Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (305)
  • Azienda ospedaliera San Luigi di Orbassano (271)
  • Ospedale Humanitas di Rozzano (255)
  • Istituto regina Elena di Roma (249)
  • Ospedale Sacro cuore don Calabria di Negrar (248).

In crescita, nel 2021, le ospedalizzazioni

Per quanto riguarda i dati generali, nel 2021 si è registrata una lieve ripresa delle ospedalizzazioni. Sono stati infatti 500 mila i ricoveri in più rispetto al 2020. I volumi rimangono tuttavia al di sotto dei livelli prepandemici: 1 milione e 200 mila ricoveri in meno rispetto al 2019, che si sommano a 1 milione e 700 mila ricoveri non effettuati nel 2020. Il numero di ricoveri urgenti è stato inferiore al valore atteso sulla base dei trend prepandemici: -10% per l’infarto miocardico acuto, pari a circa 11.300 ricoveri in meno, e -6% per la frattura di femore, circa 5.800 ricoveri in meno. Agenas sottolinea che la tempestività di accesso ai trattamenti urgenti rimane al di sotto degli standard assistenziali in oltre la metà delle strutture italiane. 

 

Angioplastica e frattura al femore

Prendendo come riferimento la mortalità a 30 giorni dal ricovero per frattura del femore, la mortalità è rimasta stabile rispetto al 2020 (6,4% contro 6,6%). Dato che comunque resta più elevato rispetto al periodo precedente al Covid, dove la percentuale nel 2019 si attestava attorno al 5,1%. La proporzione di anziani con frattura del femore operati entro 48 ore è stata in media del 48,6%. Il dato però ha una forte variabilità sia tra le regioni sia all’interno delle regioni.

Infarti

La proporzione di pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica entro 90 minuti dal ricovero è stata in media del 50,6%. La soglia prevista per decreto è del 60%. Ad un mese, la mortalità dall’episodio si è leggermente ridotta nel 2021 rispetto al 2020 (7,7% rispetto al precedente 8,4%). In epoca pre-Covid il valore atteso era pari a 7,3%. I ricoveri programmati, nel 2021 sono a -16% rispetto al 2019. C’è stata comunque una risalita rispetto ai dati del 2020. 

Per gli interventi di bypass aorto-coronarico, si è registrata una riduzione di 1.900 ricoveri rispetto all’atteso. Nel biennio 2020-2021, lo scostamento complessivo rispetto al trend è di circa 5 mila ricoveri. All’interno delle regioni, qui la variabilità è molto forte e superiore a quella tra le regioni. 

 Area muscolo-scheletrica

I dati hanno analizzato anche l’area muscolo-scheletrica. Qui c’è stata una significativa ripresa delle attività programmate rispetto al 2020. Ad essere cresciuto è però l’ambito privato, puntualizza Agenas, con un aumento di 18 mila interventi di protesi d’anca e 14 mila interventi di protesi di ginocchio. Rispetto al biennio 2020-2021 c’è stata anche qui una perdita complessiva stimabile in circa 27mila interventi di protesi d’anca e 39mila interventi di protesi di ginocchio. Il ricovero  day surgery nel periodo 2015-2019  era cresciuto parecchio. Nel 2021 c’è stata però una riduzione del 31% rispetto agli anni precedenti. 

Parto

Riguardo poi al parto, Agenas evidenzia che “permane una marcata inappropriatezza in ambito materno-infantile, ad esempio nel ricorso al taglio cesareo“. Basso anche il numero di parti vaginali dopo un precedente cesareo, con valore medio a livello nazionale pari a 6,7%.

Oncologia

Infine l’assistenza in ambito oncologico. Nel 2021 ci sono stati importanti segnali di ripresa. Le ospedalizzazioni per tumore maligno della mammella, che nel 2020 si erano ridotte dell’11%, con circa 6 mila interventi in meno rispetto all’atteso, sono tornate ai livelli pre-pandemia. Il 74% degli interventi è stato effettuato in unità operative che hanno rispettato la soglia prevista, in aumento rispetto al 67% del 2020. 

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