ROMA – Migranti, jus soli e arriva a Torino il “Non si affitta a stranieri”. Ci siamo arrivati, sotto forma di un cartello in corrispondenza del numero civico 205 di Corso Regina Margherita. Cartello notato da Rita Sanzi che ne ha fatto notizia e servizio per La Stampa. Ma non che fosse nascosto il cartello, era lì per essere pubblico e farsi vedere. Diceva papale papale “Non si affitta a stranieri”. Ci siamo dunque arrivati ai primi germogli di apartheid.
Non è detto fioriranno di questi germogli, no, non è ancora detto. Infatti il cartello “Non si affitta a stranieri” non appena è finito sul giornale la mano che l’aveva affisso sul portone, quella stessa mano immaginiamo, l’ha fatto sparire. Non certo una mano pentita, solo una mano infastidita dalla “pubblicità”. Il cartello è sparito ma resta e come se resta che non si affitta a stranieri. Non si affitta a stranieri e basta, non si discute. Però almeno si sente l’utilità, l’opportunità di farlo un po’ di nascosto, di non sbatterlo proprio in faccia. Apartheid nelle locazioni dunque, ma senza manifesti (in senso metaforico e materiale).
Non è detto dunque fioriscano e diventino prato e prateria questi germogli di apartheid. Di certo però ogni giorno vengono innaffiati e ricevono amorevoli cure.
Li innaffiano e li nutrono i germogli del nascente apartheid italiano i paese d’Europa (dovrebbe ma non è Unione Europea) che rifiutano di farsi carico di un po’ di migranti a casa loro e che affoghi l’Italia con tutti i “suoi” migranti.
Amorevoli cure al nascente apartheid italiano riservano e praticano tutti quelli che da pulpiti politici e mediatici, tv-carta stampata-web, raccontano i “neri” come sub umani dediti per natura ad ogni sporcizia e nefandezza. Chi mai fa questo? Imbarazzo della scelta: Forza Nuova, Fratelli d’Italia, Lega Nord, Rete4, Libero, La Verità, blog a pacchi.
Fertilizzano l’apartheid italiano, gli costruiscono intorno habitat tutti quelli che fingono di non vedere dove porta l’opinione pubblica esasperata, i troppi che sbarcano, i troppi che sono in strada. Quelli che ciechi o stupidi non vedono e non capiscono quale mutazione della convivenza e quale stress della civile convivenza sta portando lo sbarco incontrollato di migranti. Quelli che dicono sempre e solo “accoglienza” stanno per accogliere un nuovo fascismo.
Comunque a Torino è spuntato il primo germoglio di apartheid, il “Non si affitta agli stranieri” e stando alle cronache è perfino debole e contro voglia il tentativo di mascherarlo con l’equazione: inquilino straniero-inquilino moroso. Sì, quelli del cartello e dintorni lo dicono per forma ma in sostanza non ci credono neanche loro. E’ proprio che stranieri non ne vogliono (curioso ma non troppo che una proprietaria che non affitta a stranieri sia italiana sì ma nata Usa). Sentono l’aria che tira, respirano l’acido che sta corrodendo la società e la vita pubblica.
Lo stesso acido che ha cambiato in brevissimo tempo l’opinione degli italiani sullo jus soli. Alla domanda: giusto diventino italiani quelli nati qui da genitori stranieri regolarmente residenti in Italia, quelli nati qui e andati a scuola italiana per almeno cinque anni, pochi mesi fa due italiani su tre rispondevano: giusto, che problema c’è. Pochi mesi dopo i favorevoli sono scesi alla metà della popolazione e quelli che vedono problemi sono saliti anche loro circa al 50 per cento. Non è cambiato lo jus soli, cambia la testa e l’umore della gente: il cartello “non si affitta a stranieri” è un germoglio di apartheid, l’opposizione, la barricata da opporre allo jus soli dell’apartheid italiano è già bandiera, presidio e conquista.