Migranti, mistero sulla morte di Sandrine al Cpa di Cona: il decesso tre ore prima

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Gennaio 2017 - 17:14 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, Sandrine morta al Cpa di Cona. "Nessun ritardo nei soccorsi"

Migranti, Sandrine morta al Cpa di Cona. “Nessun ritardo nei soccorsi”

VENEZIA – “Nessuna colpa per la morte di Sandrine Bakayoko“, la giovane migrante ivoriana deceduta nel bagno del centro di accoglienza di Cona (Venezia) la mattina di lunedì 2 gennaio. A dirlo, riferisce la Nuova Venezia, è il procuratore di Venezia Carlo Nordio. Ma resta il mistero: a far pensare a ritardi nei soccorsi che potevano essersi rivelati fatali è stato il fatto che il corpo della ragazza sia stato trovato solo tre ore dopo il decesso. Un dato emerso dall’autopsia sul cadavere. Ma il procuratore Nordio esclude responsabilità per ritardi o omissioni di soccorso.

Procedono, invece, le indagini sulla notte di protesta seguita alla morte di Sandrine, quando un gruppo di migranti del sovraffollato centro di Cona (in cui alloggiano 1.400 persone), ha chiuso gli ingressi, impedendo al personale di uscire e agli agenti di entrare. Tra le ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti ci sono quelle di danneggiamento, violenza privata ma anche sequestro di persona.

Il dato è stato ricordato nel corso della riunione svoltasi in procura alla presenza del procuratore aggiunto Carlo Nordio, a cui hanno preso parte i rappresentanti di polizia e carabinieri impegnati nelle indagini. “Quella del sequestro di persona – ha detto Nordio – è una ipotesi che va valutata bene ma con cautela. Le eventuali responsabilità penali sono personali e non di gruppo”.

Le indagini, alle quali partecipano uomini delle polizia giudiziaria di vari corpi, sono state definite “urgenti” ma non per questo “si vuole sparare nel mucchio – ha spiegato la pm Lucia D’Alessandro – perché su 1.300 persone, sono solo una minoranza ad essere responsabili dei danneggiamenti con principio di incendio e del sequestro di persona di alcuni operatori”. “Lavoriamo velocemente – ha aggiunto – ma con cautela, perché vogliamo identificare con precisione le persone che potranno essere eventualmente indagate per l’accaduto: ci vuole una ricostruzione puntuale dei fatti ed è quello che stiamo facendo anche con dei video”.

In campo è scesa anche la Digos per individuare se all’interno del Cpa ci siano ‘fazioni’ ben precise, tra cui potrebbero esserci dei sobillatori, ma anche in chiave antiterrorismo. Per garantire la sicurezza attorno al Cpa di Cona è stato istituito un servizio di controllo a carico di varie forze dell’ordine giorno e notte.