Milano, badante trova madre morta e figlia in overdose. E’ giallo

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Settembre 2016 - 12:55 OLTRE 6 MESI FA
Milano, badante trova madre morta e figlia in overdose. E' giallo

Milano, badante trova madre morta e figlia in overdose. E’ giallo

MILANO – L’anziana madre di 82 anni era sulla poltrona, apparentemente addormentata. La figlia, di 61 anni, era invece sul divano anche lei priva di sensi. A trovarle è stata la badante rumena, che si era recata nell’appartamento in via Grigna a Milano per prendere servizio. Ha provato a svegliarle ma quando ha realizzato che nessuna delle due era più in grado di risponderle è scappata sul pianerottolo urlando “Aiuto, aiuto, si sono ammazzate”.

In realtà delle due era morta solo Natalina Carnelli, 82 anni, vedova. La figlia, Silvia Pasotto, 61 anni, medico dirigente all’Asl di Milano, era in overdose da psicofarmaci. E’ stata ricoverata all’ospedale Sacco dove ha ripreso conoscenza ed è stata interrogata dal sostituto procuratore Giovanna Cavalleri. Il sospetto è che possa trattarsi di un omicidio-suicidio non riuscito. Ma gli inquirenti non si sbilanciano e attendono l’esito dell’autopsia: sul corpo dell’anziana non c’erano segni visibili di violenza.

Non si può neppure escludere che la madre sia deceduta per cause naturali e che la figlia per disperazione abbia cercato di seguirla nella morte. I vicini raccontano al Messaggero: “Erano molto legate, quasi in simbiosi, finché un paio di anni fa non si è rotta un femore la madre tutte le mattine usciva per fare una passeggiata accompagnando la figlia alla fermata dell’autobus”.

Silvia Pasotto era tornata a vivere con la madre alla morte del marito. “Per lei era stato un colpo durissimo – racconta un’amica di famiglia Francesca Fusco –  aveva fatto fatica a riprendersi, poi la malattia della madre aveva peggiorato la situazione”. Sempre al Messaggero l’amica confessa: “Io andavo a far compagnia a Natalina tutti i giorni appena potevo e mi sono accorta subito alcuni mesi fa che l’atmosfera in quella casa era diventata più cupa. Poi Silvia ha cominciato a ripetere ‘prima o poi la facciamo finità, questa non è vità, ma io pensavo che fossero cose che si dicono e ripetevo loro di stare tranquille, di non perdere la speranza”.