Milano/ Divise griffate e corsi d’inglese per i tassisti, il Comune a settembre apre il concorso per gli stilisti

Pubblicato il 20 Agosto 2009 - 15:32 OLTRE 6 MESI FA

TAXI002Basta tassisti in pantaloncini e magliette sgualcite, da domani si cambia aria e… guardaroba. Se vorranno i tassisti della città più modaiola d’Italia, Milano, potranno indossare una divisa griffata, disegnata appositamente per loro da uno stilista, scelto con un concorso pubblico, e finanziata dal Comune. Questo il progetto dell’assessore al Commercio e alla Moda del Comune di Milano, Giovanni Terzi.

La divisa, assicura Terzi, non sarà troppo seriosa e scomoda ma sarà un veicolo di cultura, un mezzo per comunicare ai turisti la vera anima di Milano. Per questo non ci si limiterà al look: «Il punto di partenza è far conoscere le eccellenze milanesi – spiega l’assessore – dagli artigiani ai musei, dalla musica alle cascine, dai prodotti tipici alle università. Studieremo un percorso condiviso che preveda corsi di lingua straniera, aggiornamenti su mostre, appuntamenti culturali, spettacoli, insomma su quanto avviene in città». I tassisti, con i corsi di lingua, di storia dell’arte e le nuove divise trendy diventeranno così veicolo di cultura.

«I tassisti — spiega Terzi – sono i primi ad accogliere turisti e uomini d’affari e potranno essere in grado di comunicare immediatamente lo “stile Milano”. Magari anche dando informazioni su quello che succede in città e consigli a chi viene a visitarla».

«A settembre — prosegue l’assessore Terzi — lanceremo il concorso (per la realizzazzione delle divise, ndr): mi auguro che anche i grandi nomi della moda partecipino. Poi, apriremo un confronto con la categoria e, chi vorrà, potrà adottare già dal prossimo anno la nuova divisa».

La categoria sembra aver accolto con entusiasmo il progetto, come spiega Raffaele Grassi, il presidente del Satam, la sigla che raccoglie più aderenti tra le 4mila 800 auto bianche: «Non siamo contrari ad aggiornarci – afferma –  se la divisa può essere uno strumento per trasmettere un messaggio positivo della città e della categoria perché no? Certo, non deve essere un obbligo e l’amministrazione deve impegnarsi a risolvere con noi ben altri problemi».

Una secca stroncatura alla proposta di Terzi arriva invece dal sindaco di Salemi ed ex assessore alla Cultura di Milano, Vittorio Sgarbi che afferma: «La ritengo ridicola: i tassisti non sono dipendenti pubblici. È giusto che si vestano come vogliono. “Vestire” Milano nel tratto che va dall’aeroporto al centro e offrire l’immagine di una città grande e bella sistemandone i giardini e l’illuminazione sarebbe molto più utile».