Milano, droga dello stupro nel bicchiere della ragazza: i 3 in azione

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Milano, droga nello stupro nel bicchiere della ragazza: i 3 in azione

MILANO – Sono Marco C., 29enne nato a Casorate Primo (Pavia), Guido G., 22enne di Milano, e Mario C., 48enne di San Donato, i tre ragazzi accusati di aver drogato e stuprato una ragazza di 22 anni nella notte tra il 13 e il 14 aprile del 2017.

Le telecamere nel locale milanese hanno registrato il momento in cui i tre versano per tre volte le benzodiazepine, la cosiddetta “droga dello stupro”, nel bicchiere della vittima che, già pochi minuti dopo, mostra segni di malessere.

La violenza, secondo l’accusa, è poi avvenuta in un appartamento a Bellusco (Monza e Brianza) di proprietà di uno dei ragazzi dove per tutta la notte i tre hanno abusato di lei. Il giorno dopo la ragazza si è svegliata in stato confusionale e mezza nuda. Quando si sono svegliati i tre, racconta la ragazza, la hanno accompagnato a casa spiegandole che era stata male a causa dell’alcol e della droga assunta al locale.

Poche ore dopo il ritorno a casa, la 22enne ha iniziato ad avere dolore fisico e alcuni flash della notte. Alla clinica Mangiagalli hanno confermato la violenza e dalle analisi è emerso che la ragazza aveva un livello di benzodiazepine superiore di oltre quattro volte quello massimo.

“Io non ho fatto assolutamente niente, te lo giuro su Dio, te lo giuro sul bambino, lo giuro su tutto”. Così Mario C., di 48 anni, prometteva alla compagna di essere innocente, di non aver partecipato allo stupro di quella ragazza di 22 anni per cui erano già stati arrestati due amici con i quali aveva trascorso la serata.

E invece le intercettazioni dei due complici lo hanno implicato nel caso, consentendo ai magistrati di aggiungere il suo nome all’ordinanza di custodia cautelare per la violenza.

“Da quella notte di aprile – racconta la ventiduenne al Corriere – ho dovuto nascere di nuovo. Ricominciare a vivere. Serve tempo e sinceramente non so quanto. Mi stanno aiutando dei progetti musicali ai quali lavoro: posso concentrarmi su altro, inseguire traguardi. Ma di quelle… io di quelle cose non voglio più parlare. No, non devo proprio pensarci e credo sia giusto non parlare nemmeno dei tre che…”.

E ancora: “Voglio precisare che sono una ragazza che regge l’alcol e già in passato mi era capitato di bere un medesimo quantitativo di alcol senza avere nessun problema… Ma già sull’auto non mi sentivo per nulla in me… Giunti in quella casa, ricordo solo che dal momento in cui sono entrata ho avuto un vuoto totale di memoria… A distanza di giorni, ho cominciato a riavere sprazzi della mia permanenza dentro la casa e ricordo, ma sempre in maniera ovattata, che dicevo ma non saprei a chi: “Basta basta”, ripetuto più volte. Intorno alle cinque mi sono svegliata sopra un divano, ero praticamente svestita, indossavo soltanto un top al contrario e gli slip. Preciso che la sera precedente avevo un salva slip che la mattina non c’era più… A un certo punto, Marco C. e gli altri due sono venuti a chiedermi come stavo… Io piangevo… piangevo… Loro dicevano che durante la notte avevo vomitato così tanto da farmi lavare i vestiti dalla sorella di Marco… ma io non ricordo se c’ erano altre donne… Insistevo di voler andar via, mi hanno accompagnato a casa… Vicino alla mia abitazione, Marco mi ha seguito fino al portone di casa dicendomi “Riprenditi, mi hai fatto preoccupare””.

L’hanno stuprata e hanno cercato di convincerla che fosse stata una sua scelta, quella di drogarsi. “Sono salita in casa e mi sono gettata direttamente a letto. Saranno state le sei di mattino. Anzi, sono certa di questo orario perché Marco ha iniziato a inviarmi dei messaggi che a mio avviso servivano e servono solo per screditarmi… In quei messaggi lui scriveva che io sono una tossica che utilizza cocaina e che devo smetterla con quella roba… Io non ho mai preso niente… Alle dieci mi sono risvegliata, sentendomi ancora confusa e imbambolata e provando forti dolori… Ho immediatamente compreso di aver subìto rapporti sessuali senza il mio consenso… Io non so quante persone abbiano attivamente partecipato…”.

“Non riesco a capacitarmi – racconta ancora la ragazza – che Marco abbia potuto… è una persona che conosco da tempo e che conosce i miei stessi amici Credo che abbia influito il fatto che gli piaccio, anche se per me lui è solo un amico al quale non corrispondo come vorrebbe… questa cosa me l’ha ribadita la sera stessa dei fatti, mentre ci stavamo recando nel locale a bere… Marco era infastidito che mi sentissi spesso con un altro ragazzo e questo lo ha ripetuto anche quando eravamo in macchina… Dal momento che i miei abiti erano ancora umidi, in quella casa prima di uscire Marco mi ha consegnato una sua camicia e un suo gilet. Questi abiti li ho con me e adesso ve li consegno nel caso vi possano servire. Di tutti gli uomini dei quali vi ho parlato… Marco ha circa venticinque anni, frequenta la stessa piazza da me frequentata… Il secondo uomo ha il seguente profilo Facebook… Il terzo uomo ha circa quarant’anni, anche di lui conosco il profilo Facebook perché l’ ho recuperato dalle amicizie di Marco”.

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