Milano. Coppia arrestata, picchiava figlioletta down: “Daremo il veleno alla scimmia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Giugno 2019 - 14:29 OLTRE 6 MESI FA
Milano. Coppia arrestata, picchiava figlioletta down: "Daremo il veleno alla scimmia"

Milano. Coppia arrestata, picchiava figlioletta down: “Daremo il veleno alla scimmia”

ROMA – Maltrattamenti, vessazioni, botte e minacce di morte: tutto contro una bimba di neanche quattro anni, “colpevole”, se dobbiamo seguire la logica criminale e disumana dei genitori, di esser nata con la sindrome di down. Una “scimmia” la consideravano, e così la chiamavano, anche quando progettavano di ammazzarla con il veleno.

Marito e moglie, entrambi di 29 anni e di nazionalità egiziana, sono stati fermati dalla polizia locale di Milano per maltrattamenti e lesioni gravi nei confronti di una dei cinque figli, di quasi quattro anni e con la sindrome di down.

“Odio mia figlia, metto il veleno nel suo mangiare. La scimmia è un grosso problema”. E’ una delle intercettazioni registrate dalla polizia. In alcune conversazioni propongono di soffocarla, annegarla o avvelenarla.

La coppia di 29enni egiziani è stata arrestata venerdì scorso appena salita assieme agli altri 4 figli (dall’uno e mezzo agli 8 anni) su un autobus partito alla volta dalla stazione Centrale per raggiungere l’aeroporto di Malpensa, dove avrebbero preso in serata un volo di sola andata per l’Egitto.

I due genitori egiziani sono in Italia dal 2010, vivono in un alloggio abusivo nella zona Nord Ovest di Milano. L’uomo è muratore mentre la moglie è una casalinga che accudiva i bambini.

Le indagini che hanno portato al fermo dei genitori della bambina sono iniziate a metà maggio, quando il padre ha accompagnato la figlia all’ospedale Fatebenefratelli per un dolore al braccio che, a suo dire, era stato causato da una caduta accidentale da un divano. I medici però si sono accorti attraverso una radiografia che la piccola aveva una frattura scomposta con una calcificazione in corso e risalente a 3-4 settimane prima.

Il 17 maggio, due giorni dopo il ricovero, la struttura ha avvertito gli investigatori dell’Unità tutela donne e minori della polizia locale che hanno attivato le intercettazioni dalle quali sono emersi i piani della coppia. Per questo gli agenti hanno continuato a monitorare i genitori impedendo loro di farle del male in corsia. (fonte Ansa)