MILANO – Uno studente in gita scolastica a Milano per visitare l‘Expo che cade, o si getta, o viene gettato, dalla finestra del sesto piano di un hotel alla periferia del capoluogo lombardo e viene ritrovato senza vita la mattina dopo, nel silenzio dei compagni che non sanno nulla e, dicono, quando è successo dormivano nelle loro stanze. Anche i tre compagni di stanza del ragazzo dormivano e non si sono accorti di niente, non hanno sentito il tonfo del corpo del loro compagno sull’asfalto sei piani sotto, avevano le finestre chiuse e le tapparelle abbassate, dicono. Sembra il caso di Domenico Maurantonio, lo studente diciannovenne di Padova trovato morto, ancora non si sa come e perché, lo scorso 10 maggio ai piedi dell’Hotel Leonardo da Vinci di Bruzzano. Ma è un secondo caso, un caso fotocopia, viene da dire: quello di Elia Barbetti, studente diciassettenne di Cecina (Livorno).
Studiava al liceo statale Enrico Fermi. Come Domenico, era in gita con la sua classe a Milano per visitare l’Expo. La mattina di giovedì 15 ottobre il suo corpo è stato trovato all’alba ai piedi dell’Hotel Camplus Living Turro di Milano, zona Lambrate. Elia è morto sul colpo, dopo essere precipitato da una finestra del sesto piano dell’albergo. Secondo il pubblico ministero è stata una caduta accidentale, forse provocata da marijuana o alcolici, quelli che sono stati trovati nella sua stanza.
Forse Elia aveva fumato o bevuto troppo, si era sentito male e si era affacciato dalla finestra per prendere un po’ d’aria. Dai primi accertamenti gli inquirenti escludono l’ipotesi di un suicidio. Oltre alle ferite dovute all’impatto con il suolo, sul cadavere è stato trovato anche un ematoma che si sarebbe procurato andando a sbattere contro il muro divisorio. Almeno questo dicono le prime ipotesi degli inquirenti. Sul suo caso ancora si sa poco. Come ancora poco si sa sul caso di Domenico Maurantonio. Suicidio? Omicidio? Incidente? O forse, in quest’ultimo caso, un gesto di emulazione?