Milano, incidente alla Lamina spa. “Forse l’allarme non ha suonato”

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Gennaio 2018 - 09:52 OLTRE 6 MESI FA
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Milano, incidente alla Lamina spa. “Forse l’allarme non ha suonato” (Foto Ansa)

MILANO – Forse l’allarme non ha suonato perché è rimasto disattivato dopo che, poche ore prima della tragedia, il responsabile della produzione e l’elettricista erano scesi a verificare un guasto al forno in cui si scalda l’acciaio. Oppure il guasto era così importante che ha messo fuori uso l’allarme stesso, oltre a provocare la perdita di gas. Adesso è ancora presto per stabilire con certezza che cosa abbia causato la morte di Arrigo Barbieri, 57 anni, Marco Santamaria, 42 anni, Giuseppe Setzu, 48 anni, e la gravissima intossicazione di Giancarlo Barbieri, 61 anni, fratello di Arrigo, che lotta tra la vita e la morte dopo aver tentato di salvare proprio Arrigo e Marco.

Quello avvenuto nel pomeriggio di martedì 16 gennaio è il più grave incidente sul lavoro della storia recente di Milano. Ed è successo in una fabbrica che, sottolinea il Corriere della Sera, non aveva mai avuto un incidente e in cui, riconoscono gli stessi lavoratori, l’attenzione alla sicurezza era “maniacale”.

Un’azienda storica, fondata nel 1949 dalla famiglia Sanmarchi e rimasta sempre nella stessa sede e agli stessi proprietari, con una trentina di lavoratori e dieci milioni di fatturato l’anno. Lo stesso forno per scaldare l’acciaio in cui si è verificata la tragedia veniva revisionato ogni anno, e l’ultima revisione risale ad un paio di settimane fa, sottolinea il Corriere della Sera. “Allo stesso modo, di recente, sono stati controllati tutti gli allarmi”, racconta un operaio.

Il forno, però, nonostante le revisioni aveva avuto un malfunzionamento. Per questo martedì pomeriggio il responsabile della produzione e l’elettricista erano scesi da quelle scalette per verificare cosa fosse accaduto. Proprio per far questo, è una delle ipotesi degli inquirenti riportata dal quotidiano milanese, potrebbero aver disattivato l’allarme collegato al sensore dei gas. Oppure un’altra possibilità è che il guasto fosse più grave, tanto da provocare sia la perdita, sia il problema all’allarme.

Fatto sta che quando Arrigo Barbieri, verso le 16:30 di martedì, è sceso nel locale sotterraneo, profondo due metri, ha subito avuto un mancamento per quell’aria satura di un gas letale e inodore, forze azoto. L’elettricista Marco Santamaria lo seguiva, e anche lui ha avuto un mancamento. A quel punto Giancarlo Barbieri ha messo la testa dentro e ha capito che qualcosa non andava. Ha iniziato a gridare “aiuto, correte qua”, ma si è comunque inoltrato in quella fossa letale. Dietro di lui, Giuseppe Setzu. Altri due lavoratori hanno sceso qualche gradino, ma si sono sentiti male e sono tornati su, restando intossicati.

Pochi secondi dopo, qualcuno ha chiamato il 118. La concentrazione di gas era tale che anche un vigile del fuoco è rimasto intossicato ed è stato ricoverato in ospedale, dove Giancarlo Barbieri lotta tra la vita e la morte.