Milano: gli studenti visitano i beni confiscati alla mafia

Pubblicato il 10 Novembre 2011 - 00:25 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – In visita con i ragazzi delle scuole per i luoghi strappati alla criminalità organizzata nel corso degli anni. Per non dimenticare e, soprattutto, per imparare la lezione della legalità. L’idea è dell’associazione contro le mafie ‘Libera’ che sabato 5 novembre, a Milano e nell’hinterland, ha lanciato l’iniziativa “Scopri il bene!”. Centinaia di alunni delle scuole aderenti al progetto, così, hanno potuto visitare 17 diversi beni (12 nel solo capoluogo) confiscati alle mafie ed ora destinati ad altre attività. Un’iniziativa che ha visto coinvolti anche i comuni di Sesto San Giovanni, Garbagnate Milanese, Buccinasco, Senago, Corsico, Assago, Trezzano Sul Naviglio e Cesano Boscone.

Oltre seicento allievi, provenienti da una trentina di scuole superiori della provincia, dunque, hanno visitato i beni diventati nel corso degli anni sedi di attività socialmente rilevanti: dalla promozione sociale alle cooperative di lavoro, dalle attività culturali a quelle sportive tanto per citarne alcune. L’iniziativa assume un’importanza ancora maggiore, soprattutto se si pensa che la Lombardia è tra le regioni italiane maggiormente colpite dalla morsa delle mafie. I comuni lombardi nei quali si trova almeno un bene confiscato ammontano a 179; numeri che fanno della regione la quinta in assoluto nel nostro Paese.

Un’iniziativa importante, quella di Libera; che non ha mancato, però, di lasciare qualche coda polemica. Ovviamente di stampo politico. Parlando di “Scopri il bene!”, infatti, l’assessore comunale al Welfare meneghino, Pierfrancesco Majorino, ha lodato il progetto, appoggiato dalla nuova giunta comunale. “È un piccolo passo per dare vita ad una ‘legalità organizzata’ a Milano” ha detto. “Non che chi ci ha preceduto non abbia fatto ciò che si doveva fare, ma lo ha fatto come se si trattasse di un mero dovere burocratico”. “Noi vogliamo dare” ha concluso “un forte segnale di impegno sociale. Ad esempio ci opponiamo all’eventuale proposta di vendere questi beni confiscati per fare cassa: devono rimanere pubblici ed essere riassegnati riaffermando l’impegno delle istituzioni nel contrasto alle mafie”.

Di diverso avviso, ovviamente, l’ex vice sindaco (e attuale vice presidente del consiglio comunale), Riccardo De Corato. “Majorino dimentica che è stata la giunta Moratti ad avviare e concludere l’acquisizione definitiva di 90 immobili confiscati alla mafia. Due di questi furono destinati alla Casa della Carità, altri furono consegnati a varie associazioni no profit ed onlus tramite bando. È fuori luogo, dunque, ripetere come un disco rotto che Pisapia e i suoi hanno fatto quello che non potevano fare, visto che sono lì da soli cinque mesi. Se oggi a Milano possiamo vantare di aver acquisito un numero così ingente di immobili confiscati alla criminalità organizzata dalla magistratura, lo si deve principalmente ed esclusivamente alla giunta Moratti”.