E’ morto il taxista picchiato per aver investito un cane. Luca come Maricica, vittime di picchiatori di strada

Pubblicato il 11 Novembre 2010 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA

Luca Massari, il taxista di Milano picchiato un mese fa per avere investito e ucciso un cane, è morto stamattina nel reparto rianimazione del Fatebenefratelli. Da due giorni respirava autonomamente, non più attaccato a una macchina, ma per lui nessun miglioramento. Dopo la morte il pm di Milano Tiziana Siciliano ha modificato l’imputazione per i tre aggressori in omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Massari non era mai uscito dal coma e in questo mese di agonia era diventato il simbolo della violenza di strada. Non si è mai risvegliato in questo tempo, mentre la cronaca col passare dei giorni faceva scemare l’attenzione verso il suo caso.

Ma la violenza del fatto resta. Massari aveva investito con il suo taxi un cane uccidendolo. Subito si è scatenata la violenza cieca degli amici della proprietaria, calci e pugni a lui che era sceso dalla macchina per vedere i danni fatti. Violenza cieca e a presa rapida, con i piccoli boss del quartiere che intimidiscono anche i fotografi arrivati.

Luca Massari muore dopo un mese di coma e la sua storia somiglia tanto a quella della romena Maricica. Da Milano la scena si sposta a Roma, non più un taxista ma un’infermiera. Ma la violenza è la stessa, sempre dallo sconosciuto appena incrociato, sempre per un motivo futile. Nel suo caso un diverbio con un ragazzo, magari una fila alla biglietteria non rispettata alla metro Anagnina. Volano parole, poi però Alessio Burtone, un ventenne, manda a terra Maricica con un pugno in faccia. Lei sta lì 17 minuti, un tempo lunghissimo tra i passanti che si fermano a guardare, prima che arrivi la barella dell’ambulanza. Maricica morirà dopo pochi giorni, Luca Massari dopo un mese: storie analoghe, analoga la violenza che le ha generate.