Milano, ospedali senza assicurazione: se i medici sbagliano case pignorate?

Pubblicato il 11 Dicembre 2012 - 10:39 OLTRE 6 MESI FA
Ospedale Niguarda (foto Lapresse)

MILANO – Milano, gli ospedali non si assicurano più e i medici di Niguarda e San Carlo rischiano che vengano pignorate loro le case. La nuova “tendenza” giudiziaria nella sanità milanese è raccontata da Luigi Ferrarella e Simona Ravizza sul Corriere della Sera. Le assicurazioni, secondo le aziende ospedaliere, costano troppo: peccato, però, che se i giudici stabiliscono che ci sono stati errori da parte dei dipendenti degli ospedali, qualcuno dovrà risarcire i danni.

Adesso, scrivono Ferrarella e Ravizza, c’è la possibilità che nelle cause civili, se un medico è condannato, possa essere “aggredito il suo patrimonio personale”. Ovvero, possono essere pignorate le case e ipotecate le altre proprietà.

Le due vicende raccontate sul Corriere riguardano due cause contro l’ospedale Niguarda e l’ospedale San Carlo.

La prima storia: All’inizio di ottobre due neurologi e due infermieri del Niguarda sono stati condannati dalla V sezione del Tribunale a risarcire con una provvisionale di 1 milione la moglie di un norvegese (assistita dall’avvocato Gian Paolo Del Sasso) al quale avrebbero non diagnosticato una specifica sindrome e sottovalutato i rischi di crisi respiratorie legate a quel tipo di malattia. A tutt’oggi l’ospedale non ha ancora messo mano a un quattrino, apparentemente per una diatriba con la compagnia sull’interpretazione della tempistica e di alcune delle clausole standard che regolavano i contratti. Regolavano: perché dalla scorsa primavera il Niguarda – come numerosi altri ospedali della Lombardia – ha scelto di non assicurarsi più.

La seconda storia: La famiglia di un 47enne diabetico, di cui al San Carlo non sarebbe stato ben compreso un primo malore seguito da frettolose dimissioni, non sta vedendo un euro del milione e 180 mila euro a cui avrebbe diritto con l’avvocato Angela Di Pisa perché l’ospedale sta chiedendo la sospensiva e sta appellando la sentenza su un sinistro che – come documentano atti ufficiali – «non risultava essere coperto da alcuna delle polizze stipulate per la copertura rischi».