Milano, Santa Giulia: fatture false per 300 mln, 100 indagati

Pubblicato il 5 Novembre 2009 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA

La Guardia di finanza di Milano ha perquisito ed effettuato sequestri in 80 società sparse in tutto il territorio nazionale. Oltre 300 militari hanno sequestrato la contabilità di aziende che risultavano registrate nel personal computer sequestrato a Fabrizio Pessina, avvocato svizzero arrestato a Malpensa i primi nel febbraio 2009 in uno dei tronconi dell’inchiesta sulla bonifica dell’area Montecity-Santa Giulia.

L’operazione della Gdf riguarda un giro di false fatturazioni per oltre 300 milioni. Tra gli arrestati nell’indagine ci sono l’imprenditore Giuseppe Grossi – a capo della Sadi, impresa di bonifiche ambientali per aree ex industriali – accusato di risponde di appropriazione indebita e frode fiscale, e Rosanna Gariboldi, assessore a Pavia e moglie del parlamentare del Pdl, Giancarlo Abelli.

Gli indagati sono un centinaio, tra cui appunto Fabrizio Pessina, l’avvocato di Lugano arrestato lo scorso febbraio nell’ambito dell’inchiesta Montecity e ora libero, e due commercialisti: Mario Merella, marito di Marcella Bella, e Siro Zanoni. Lo sviluppo di questo filone di inchiesta, avviato dopo il sequestro del pc a Pessina, ha permesso di fare emergere un gruppo criminale con base a Milano e finalizzato a fornire costi fasulli per società italiane al fine di consentire la distrazione di ingenti capitali su conti esteri o rapporti fiduciari.

I reati contestati sono associazione per delinquere, appropriazione indebita, riciclaggio, dichiarazione fraudolenta con l’aggravante delle transnazionalità.

Secondo le indagini coordinate dai Pm milanesi Laura Pedio e Gaetano Ruta, le menti dell’associazione sfruttavano società fasulle da loro gestite che avevano sede in paradisi fiscali: queste emettevano fatture false a fronte di prestazione di servizi inesistenti.

In tal modo le aziende nazionali pagavano indebitamente meno imposte in Italia e convogliavano in questo modo soldi all’estero che poi, all’insaputa del fisco, rimanevano nelle disponibilità degli imprenditori.

L’importo delle fatture false finora contestate agli indagati supera i 300 milioni di euro. Le società dove sono avvenuti le perquisizioni e i sequestri si trovano in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Sardegna, Umbria, Marche, Campania e Puglia.