Milano, scontri tra militanti di destra e polizia al corteo per Ramelli: un manifestante rianimato a terra FOTO

di Daniela Lauria
Pubblicato il 29 Aprile 2019 - 21:58| Aggiornato il 30 Aprile 2019 OLTRE 6 MESI FA

Milano, scontri tra militanti di destra e polizia al corteo per Ramelli: un manifestante rianimato a terra 05MILANO – Duri scontri a Milano al corteo in ricordo di Sergio Ramelli, il giovane di estrema destra ucciso nel 1975. Un nutrito gruppo di manifestanti ha deciso di lasciare il presidio organizzato, sfidando i divieti della questura e dirigendosi verso il corteo antifascista, organizzato da alcune sigle della sinistra milanese. Il gruppo è stato fermato con fatica a circa 300 metri da Piazzale Susa, punto di ritrovo dei militanti di estrema destra, con una carica di alleggerimento.

Ci sono stati attimi di panico e grande tensione, dopo che un esponente di un gruppo skinhead ha perso conoscenza e si è accasciato a terra per poi riprendersi dopo esser stato rianimato, anche con un massaggio cardiaco, da parte di altri manifestanti. Pare sia stato colto da una crisi epilettica in seguito a un colpo ricevuto in testa.

Il manifestante ha poi ripreso conoscenza ed è stato visitato dal personale del 118: gli è stato riscontrato un “forte trauma cranico”. Altri due avrebbero riportato ferite alla testa: uno di loro, scrive l’Adnkronos, sanguinava dal volto. Il secondo ferito è un architetto milanese, inciampato nei concitati momenti dei tafferugli, con un profondo taglio a un sopracciglio. Contusi anche due agenti.

La situazione è stata per diverse ore di grande tensione con una parte dei manifestanti bloccati su entrambi i lati in viale Romagna, mentre un altro gruppo si trovava a poche centinaia di metri in Piazzale Susa, dove era previsto il concentramento. A sera, erano circa mille i militanti di estrema destra radunati, mentre un altro corteo, antifascista, è partito da piazzale Loreto e si è concluso in piazzale Piola.

Gli organizzatori, considerato che i manifestanti erano ormai rimasti in poche decine, hanno deciso di sciogliere il corteo. “Siamo troppo pochi per reggere questa situazione quindi sciogliamo il corteo – si è sentito dire al megafono – Abbiamo impedito ai fascisti di non fare il loro corteo con la nostra pressione”.

Spetterà ora alla Digos ricostruire l’accaduto ma i manifestanti hanno denunciato che i feriti sono stati “manganellati durante le cariche”. A lungo il gruppo che si è staccato dal presidio in piazzale Susa è stato controllato da due cordoni delle forze di polizia che hanno poi concesso, dopo lunghe trattative condotte anche dai parlamentari di Fratelli d’Italia presenti alla manifestazione, che i militanti raggiungessero la lapide in via Paladini, che ricorda il luogo dove Ramelli fu aggredito.

Senza un corteo, ma sfilando a gruppi, i militanti di estrema destra hanno quindi srotolato un grande striscione con la scritta “Nel loro nome”, dato che il 29 aprile si ricordano anche Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Poi, davanti alla lapide, la fine della commemorazione con il consueto “presente” e mille braccia alzate per il saluto romano. Nessun contatto c’è stato con il corteo antifascista. Ad aprire la loro manifestazione lo striscione: “Milano 29 aprile, nazisti no grazie”.

(Fonte: Ansa)