Mirko Oro, sfratto con giallo all’ex re dei “Compro oro”: qualcuno sfascia i mobili, poi fugge. Era lui?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Luglio 2019 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
Mirko Oro, sfratto con giallo all'ex re dei "Compro oro": qualcuno sfascia i mobili, poi fugge. Era lui?

Mirko Oro, sfratto con giallo all’ex re dei “Compro oro”: qualcuno sfascia i mobili, poi fugge. Era lui?

ROMA – Quando l’ufficiale giudiziario si è presentato oggi a Rescaldina a casa di Mirko Rosa, alias Mirko Oro, ex re dei negozi ‘Compro Oro‘, nessuno gli ha aperto. Ma all’interno dell’appartamento qualcuno c’era, e infatti l’uomo che aveva il compito di sfrattarlo ha sentito arrivare dall’interno dell’appartamento il rumore di arredi che venivano distrutti.

Per riuscire ad accedere all’abitazione, l’ufficiale giudiziario ha allora richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, i quali hanno fatto arrivare un’autoscala con un carrello esterno per poter entrare dalla finestra. Quando finalmente sono riusciti ad entrare, però, all’interno dell’abitazione non c’era più nessuno. In un primo momento gli inquirenti sembravano avere la certezza che dentro casa ci fosse proprio Mirko Rosa, condannato in via definitiva per evasione fiscale e in procinto di patteggiare una nuova accusa per bancarotta.

Ma l’ex re dei ‘Compro Oro’, attraverso il suo avvocato Stefano Colombetti, ha fatto sapere di non essere all’interno della casa di Rescaldina, nella quale tra l’altro non vivrebbe più da circa due mesi. “Innanzitutto il contratto di affitto è intestato alla madre del mio assistito e non a lui”, ha dichiarato il legale. “Per anni quella è stata la sua dimora, ma da almeno un paio di mesi lui viveva in hotel”.

Stamattina, secondo l’avvocato, Rosa si sarebbe trovato in un altro luogo: “Per quanto mi ha detto, oggi non era in casa, non so chi possa avere le chiavi o essere stato dentro l’appartamento”, ha precisato il legale a proposito dei rumori di oggetti mandati in frantumi sentiti dall’ufficiale giudiziario. Poi, ha aggiunto Colombetti, “non capisco la necessità di riciclare sentenze vecchie, si tratta di accanimento nei confronti di un malcapitato. Ho letto di chi lo racconta in fuga o addirittura armato, ma non è vero”. (fonte Ansa)