Lui uccise le moglie, lei il marito, ora si sposano. Erano le “semifinali”

di Riccardo Galli
Pubblicato il 20 Giugno 2011 - 15:19 OLTRE 6 MESI FA

Luca Zambelli e Francesca Brandoli

BOLOGNA – “Due condannati per omicidio del coniuge si sposeranno a breve. Erano le semifinali”. Spinoza, non il filosofo olandese ma il sito satirico Spinoza.it, ironizzava così su una storia incredibile ma vera: il matrimonio, che si dovrebbe celebrare entro l’estate, tra due detenuti del carcere di Bologna. Non due detenuti “qualsiasi”, ma due uxoricidi. Lui ha ucciso la sua ex a questo punto moglie con 21 coltellate. Mentre lei si è fatta aiutare da quello che è ormai l’ex amante ad uccidere il marito a coltellate e colpi di martello. E se in amore funzionano le relazioni tra persone con caratteri e desideri simili qui, almeno le basi, non mancano.

La sposa risponde al nome di Francesca Brandoli, modenese, che alla fine del 2006 si fece aiutare dall’amante Davide Ravarelli per eliminare l’ex marito, Christian Cavaletti, a Reggiolo, appena oltre il confine della provincia di Reggio Emilia. Al processo i due complici scaricarono uno sull’altro le responsabilità e anche il loro legame finì con le condanne all’ergastolo. Nello stesso anno, pochi mesi prima di Francesca, si era trasformato in un uxoricida anche il promesso sposo Luca Zambelli di Sassuolo, artigiano elettricista che in assenza dei figli a casa accoltellò la moglie, Stefania Casolari, trovata agonizzate dalla madre.

L’amore tra i due è esploso tra le mura del carcere grazie a una relazione epistolare ma, i due futuri sposi, già uxoricidi, si conoscevano da prima che le loro esistenze si incrociassero dietro le sbarre. Saputo di essere detenuti nella stessa casa circondariale hanno cominciato a scriversi lunghe lettere. Poi il primo incontro, nella sala colloqui, un appuntamento di un’ora che adesso è diventato fisso e mensile ma, una volta sposati, e quindi parenti, gli incontri potranno diventare sei al mese.

L’avvocato Lucrezia Pasolini, difensore della Brandoli, e la collega Paola Benfenati, che assiste Zambelli, si stanno impegnando per superare gli ostacoli che si incontrano nel cammino verso un matrimonio come questo. Dopo le pubblicazioni al Comune di Modena, la città in cui la Brandoli è residente, gli atti dovranno passare al Comune di Bologna, città in cui verrà celebrato il matrimonio con rito civile. Sarà uno degli assessori del capoluogo emiliano a sposare i due alla “Dozza”: i testimoni saranno i volontari che assistono i due assassini nelle attività che svolgono in carcere.

Per andare a vivere insieme dovranno aspettare almeno quattro lustri. Lui uscirà al massimo nel 2023 e lei, con la buona condotta, può sperare di ottenere la semilibertà tra una ventina d’anni. Quindi, a conti fatti, potrebbero incontrarsi fuori dal carcere nel 2031 ma, visti i precedenti, forse non c’è fretta. Il menage familiare rischia di non essere la cosa più rilassante al mondo in questo caso.