Monasterace (Reggio Calabria), gestivano appalti grazie a dipendenti “compiacenti” del Comune

Pubblicato il 13 Dicembre 2010 - 20:34 OLTRE 6 MESI FA

Gestivano gli appalti a Monasterace (Reggio Calabria) e nel versante ionio reggino con un rigoroso controllo delle procedure, grazie alla compiacente collaborazione del Capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Monasterace. Sono così finiti in manette, nell’ambito dell’ Operazione denominata ”Village” Vito Micelotta, 56 anni, di Monasterace, Benito Vincenzo Antonio Ruga, 69, di Monasterace, e Aladino Grupillo, 60, di Pazzano.

Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, falso ideologico e abuso d’ufficio per aver, in concorso tra loro canalizzato gli appalti di opere pubbliche a favore dell’impresa Ruga di Monasterace.

Al centro della vicenda Vito Micelotta, capo dell’Ufficio tecnico comunale a Monasterace, ”il quale – come ha spiegato il Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nel corso di un incontro con i giornalisti – approfittando della sua funzione pubblica, contribuiva a condizionare le procedure degli appalti pubblici, che in un modo o in un altro finivano per essere assegnati all’Impresa Ruga, o altre imprese che gravitavano sotto il controllo della stessa famiglia”.

”Si tratta di personaggi – ha precisato Pignatone – non nuovi a questa Procura. Micelotta era già stato coinvolto nell’ operazione ”Stilaro 1” e ”Stilaro 2”, nel 1993, ma era stato assolto. Ma le più recenti indagini hanno dimostrato che tra Micelotta e Ruga esisteva più di una frequentazione”.

L’operazione ”Village” ha consentito di dimostrare che l’impresa Ruga aveva praticamente il monopolio degli appalti: per lo più piccoli lavori che riguardavano la regimentazione delle acque piovane, la tracimazione delle fogne, utilizzando la procedura della somma urgenza.