Montemurlo, incidente sul lavoro: Luana D’Orazio muore a 22 anni in un’industria tessile, impigliata nel rullo e poi schiacchiata

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 4 Maggio 2021 - 08:07 OLTRE 6 MESI FA
Montemurlo, incidente sul lavoro: Luana D'Orazio muore a 22 anni in un'industria tessile, impigliata nel rullo e poi schiacchiata

Montemurlo, incidente sul lavoro: Luana D’Orazio muore a 22 anni in un’industria tessile, impigliata nel rullo e poi schiacchiata (Foto Ansa)

Incidente sul lavoro a Montemurlo (Prato). Luana D’Orazio muore a soli 22 anni. Lascia un figlio di 5 anni. La ragazza è rimasta impigliata in un rullo, finendo schiacciata nell’ingranaggio dell’orditoio, la macchina che permette di preparare la struttura verticale della tela che costituisce la trama del tessuto. 

Luana lavorava da circa un anno in un’azienda tessile, in provincia di Prato, a Oste di Montemurlo.

Luana D’Orazio morta in incidente sul lavoro a Montemurlo (Prato)

Si chiamava anche lei Luana, D’Orazio, giovane operaia e anche giovane mamma, di un bambino di 5 anni. Viveva a Pistoia, con i genitori e il fratello. Secondo una prima ricostruzione, la 22enne sarebbe rimasta impigliata nel rullo del macchinario a cui stava lavorando venendo poi trascinata. Accanto a lei c’era un collega, girato di spalle: quando si è voltato ha visto quello che era successo, ma ha riferito di “non aver udito grida di aiuto”.

L’allarme è scattato subito, sul posto arrivati oltre ai vigili, carabinieri e sanitari, ma i soccorsi sono risultati vani. Intervenuti anche i tecnici della Asl Toscana centro. Hanno posto sotto sequestro macchinario e circostante area per la verifica dei dispositivi di sicurezza. La magistratura ha disposto l’autopsia.

Secondo infortunio sul lavoro mortale nel 2021

Tra Prato e Pistoia è il secondo infortunio mortale in un’azienda tessile quest’anno: il 2 febbraio Sabri Jaballah, 23 anni, aveva perso la vita schiacciato da una pressa a Montale. Lo ricordano anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil di Prato, che stanno organizzando una “forte azione di mobilitazione” per venerdì.

Sulle cause attendono gli accertamenti della magistratura ma intanto, sottolineano, non si può “non rilevare che ancor oggi si muore per le stesse ragioni e allo stesso modo di cinquant’anni fa: per lo schiacciamento in un macchinario, per la caduta da un tetto. Non sembra cambiato niente, nonostante lo sviluppo tecnologico dei macchinari e dei sistemi di sicurezza. E’ come se la tecnologia si arrestasse alle soglie di fabbriche e stanzoni. Dove si continua a morire e dove, troppo spesso, la sicurezza continua ad essere considerata solo un costo”.

Si dice “sgomento” il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai: “Covid e pandemia rischiano di farci perdere di vista il problema delle morti sul lavoro”. Di “grande senso di ingiustizia, di rabbia e dolore immenso” parla Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, il cui pensiero “va alla madre e al padre di questa ragazza, al figlio piccolo che lascia e al fratello”. “Non si può morire sul lavoro a nessuna età”, le parole del governatore Eugenio Giani secondo cui questa tragedia “chiama ancora una volta alla responsabilità di tutti”. “Morire così non è accettabile” afferma il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, “un’altra tragedia che ci addolora, ora basta”, il commento del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra.