Montepaschi, ex vertici a processo: Vigni, Mussari e Baldassarri

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Ottobre 2016 - 15:02 OLTRE 6 MESI FA
Montepaschi, vertici a processo: Vigni, Mussari e Baldassarri

Montepaschi, vertici a processo: Vigni, Mussari e Baldassarri

MILANO – Il gup di Milano, Livio Cristofano, ha mandato a processo tutti i 16 imputati per il caso Mps fra cui gli ex vertici della banca senese Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri e, in qualità di enti, Nomura International Plc, Deutsche Bank AG e la sua filiale londinese. Il processo si terrà il prossimo 15 dicembre davanti alla seconda sezione penale del Tribunale di Milano.

Il giudice, che ha ritenuto che il compendio probatorio sia tale da richiedere il vaglio di un collegio, come hanno chiesto i pm Giordano Baggio, Mauro Clerici e Stefano Civardi, ha mandato a processo anche l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini e un altro ex manager Mps, sei dirigenti, cinque dei quali ex dipendenti, di Deutsche Bank e, per Nomura, l’ex ceo Sadeq Sayeed e l’ex responsabile vendite per l’Europa e il Medio oriente Raffaele Ricci.

Le accuse, a vario titolo, sono di falso in bilancio, aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza, senza però l’aggravante della transnazionalità originariamente contestata in quanto è stata esclusa dal giudice. Al centro delle indagini, trasmesse dalla Procura di Siena a quella di Milano, ci sono le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico.

Operazioni, attraverso le quali, secondo l’accusa, sarebbero stati indicati centinaia di milioni di euro di utili, mai prodotti effettivamente. E allo stesso tempo sarebbero state occultate perdite miliardarie con dati di bilancio truccati per oltre 2 miliardi di euro. Tra le parti civili, oltre a un migliaio di risparmiatori, ci sono Monte dei Paschi nuova gestione, Banca D’Italia e Consob. Per la vicenda la posizione di Mps è stata stralciata: l’istituto di credito senese ha chiesto di patteggiare a 600 mila euro di sanzione penale con confisca di 10 milioni. Sull’istanza il giudice Cristofano deciderà il prossimo 14 ottobre.