MONZA – Costretto a seguire le lezioni dal corridoio perché gay. La denuncia arriva dal papà di uno studente di 16 anni di un istituto cattolico di Monza. Il ragazzo, da qualche settimana, sarebbe tenuto fuori dalla classe dopo la pubblicazione su Facebook di una foto che lo ritrae insieme ad un altro ragazzo. La denuncia del padre, che ha scritto una mail al preside della scuola e alla stampa locale, è arrivata anche ai carabinieri che indagano sulla questione.
Il Fatto quotidiano riporta la notizia apparsa sul Giornale di Monza, spiegando che sarebbe stato proprio il preside a decidere che il ragazzo dovesse seguire le lezioni isolato dagli altri ragazzi:
“Da mercoledì scorso, lo studente – di religione ortodossa – non può più stare in classe con i compagni e la mamma, venuta a conoscenza della situazione, dopo averla documentata con fotografie, ha deciso di denunciare la vicenda ai carabinieri. “Mio figlio viene discriminato solo perché è gay. I suoi voti sono buoni – dice ai militari – e gli insegnanti mi dicono che è bravo”. Ai militari la donna racconta la motivazione della scelta “incomprensibile e ingiusta” che ha portato il dirigente scolastico a punire il figlio: “Quando ho chiesto come mai fosse in corridoio, mi hanno spiegato che è per via di una fotografia pubblicata suInstagram nella quale mio figlio è nudo assieme a un altro ragazzo”.
In realtà, nella foto i due giovani sono ritratti dalla vita in su. “Non capisco dove sia il problema – ha precisato la madre – non l’ha scattata a scuola”. Dopo l’episodio discriminatorio, il ragazzo è tornato a casa piangendo. “Non vuole più tornare a scuola e questo mi dispiace – ha detto il padre – non è in questo modo che si educano i ragazzi”. Dopo l’allarme lanciato giovedì dai genitori del ragazzo, il direttore dell’istituto, interpellato dal Giornale di Monza, si è limitato a rispondere con un breve comunicato: “Vi assicuriamo che non facciamo discriminazioni sessuali né razziali. La nostra attenzione – si legge nella nota – è alla formazione professionale dei giovani, seguendo il dettame della pastorale sociale della Chiesa cattolica”. E oggi, il quotidiano brianzolo ha pubblicato la lettera della mamma rivolta al Preside. “Chi vigila su mio figlio mentre è fuori da solo? E’ questa l’accoglienza di cui si parla nell’Ecfop? Lei preferisce forse che io trasferisca mio figlio in un’altra scuola, così da non avere più noie da parte sua? Attendiamo una risposta scritta””.