Non si sarebbero mai incontrati di persona prima del giorno dell’omicidio. Questa l’ipotesi accreditata dagli investigatori che stanno dando la caccia all’uomo, un sessantenne di origini calabresi residente nel piacentino, ritenuto l’omicida di Chiara Brandonisio, di 34 anni.
La donna è morta nella mattinata di sabato 10 luglio, due giorni dopo essere stata massacrata a colpi di spranga. Secondo gli accertamenti della Squadra mobile della questura e della polizia postale, la donna e l’assassino – il quale non si esclude che in queste ore possa essere tornato in Emilia, dove viene ricercato – si sarebbero conosciuti nelle scorse settimane su Facebook e avrebbero poi approfondito i contratti su Messenger.
Sul telefonino di Chiara gli agenti avrebbero trovato alcuni sms scambiati con l’uomo, il quale dopo averla aggredita – non lontano dall’azienda di trasformazione di mandorle nella quale da una dozzina di anni lavorava – ha abbandonato poco lontano la sua Fiat Panda di colore blu e la spranga usata per ferire a morte la donna.
Anche il computer di Chiara, e la sua corrispondenza, sono al vaglio degli investigatori i quali per l’identificazione del responsabile hanno utilizzato le numerose testimonianze di coloro che hanno assistito all’aggressione. L’assassino, a quanto si e’ appreso, sarebbe arrivato a Bari nella notte tra mercoledi’ e giovedi’ scorsi, bivaccando nell’utilitaria (nell’abitacolo sono stati trovati alcuni generi alimentari) nei pressi dell’abitazione di Chiara.
Un rifiuto della donna a incontrarlo, o a intraprendere una relazione differente da quella virtuale, potrebbe essere stata la molla che ha scatenato il raptus omicida.
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