Morte Arianna Zardi, tre indagati

Pubblicato il 20 Dicembre 2011 - 23:13 OLTRE 6 MESI FA

CREMONA, 20 DICEMBRE – Dopo la riapertura dell'indagine disposta un anno fa dal gip del tribunale di Cremona, Guido Salvini, e' a una svolta l'inchiesta sulla morte di Arianna Zardi, la ragazza di 25 anni di Casalmaggiore (Cremona) trovata morta sotto il ponticello di una chiavica, a Torricella del Pizzo (Cremona), il 2 ottobre del 2001.

Tre persone, all'epoca dei fatti minorenni, risultano indagate e giovedi' prossimo si presenteranno alla Procura di Cremona per sottoporsi alla prova del Dna attraverso il prelievo di un tampone salivare: il materiale genetico raccolto verra' quindi inviato al Ris dei carabinieri di Parma dove saranno fatte le comparazioni con le tracce biologiche raccolte nel corso delle indagini.

A tutto cio' hanno portato i nuovi sopralluoghi guidati da foto e planimetrie, gli interrogatori ripetuti a diverse persone gia' sentite dieci anni fa, i contatti attivati con i carabinieri che si occupano dei 'cold case': vicende irrisolte, spesso omicidi, che, a distanza di anni, anche grazie ai nuovi mezzi in dotazione degli investigatori, e' possibile riaprire.

Lo scorso febbraio, quando era stata ufficializzata la notizia della riapertura dell'indagine, il procuratore della Repubblica, Roberto di Martino, che ha lavorato in sinergia con la procura presso il Tribunale per i minorenni di Brescia, aveva creato un pool di inquirenti chiamato a vagliare vecchi e nuovi elementi.

Si era detto, allora, che per i nuovi sviluppi investigativi si sarebbe puntato su alcuni incroci di dati ancora tutti da compiere, a partire da quelli emersi nel corso degli esami compiuti nel 2007 sul cadavere della ragazza: una perizia autoptica (la seconda dopo quella fatta a ridosso del decesso) e una perizia compiuta da un entomologo sulle larve e sugli insetti trovati sul cadavere della ragazza.

L'iscrizione nel registro degli indagati di tre persone e una prova del Dna da compiere potrebbero delineare un nuovo scenario, cioe' che Arianna non si sia tolta la vita ma che sia stata uccisa.

La famiglia di Arianna si era opposta alla richiesta di archiviazione presentata dalla procura presso il tribunale dei minori di Brescia e sfociata nel proscioglimento nel 2002 dell'unico indagato della prima ora, l'allora minorenne Gerardo Salandra. Alla base di quella decisione ci fu l'insussistenza di gravi indizi di colpevolezza.

Salandra era finito nel mirino degli inquirenti – in quel caso i carabinieri – per essere stato trovato in possesso del cellulare della 25enne (anche su questo fatto il giovane ottenne il 30 aprile 2004 il 'non luogo a procedere per perdono giudiziale'). Negli anni successivi, la richiesta di continuare le indagini, da parte dei familiari di Arianna e' stata incessante.