Morte Cafasso: indagato un carabiniere

Pubblicato il 24 Marzo 2010 - 23:43| Aggiornato il 25 Marzo 2010 OLTRE 6 MESI FA

Svolta nell’inchiesta sulla morte di Gianguerino Cafasso, il pusher legato ad ambienti dei trans, coinvolto nell’affaire-Marrazzo come colui che avrebbe girato il video dell’ex presidente della Regione in atteggiamenti intimi con un transessuale.

Nicola Testini, uno dei quattro carabinieri accusati di aver ricattato l’ex presidente della Regione con il video hard,  è stato infatti iscritto nel registro degli indagati. Decisive, a suo carico,  le accuse della trans Jennifer, compagna di Cafasso, secondo cui è stato proprio Testini a cedere al pusher la droga tagliata male.

Jennifer, la sera del 12 settembre quando morì Cafasso,  era con il pusher all’hotel Romulus sulla Salaria: «Quella sera — racconta — andammo da Testini a prendere la droga. Era già successo altre volte, lui era uno dei fornitori di Rino». Le cose da chiarire, però, non mancano a cominciare dalle dichiarazioni della trans che sostiene di non aver fumato, quella sera, perché la droga aveva un cattivo sapore. Strano, però, che l’alterazione della droga non sia stata percepita da un consumatore abituale come Cafasso.

La posizione di Testini, arrestato e poi rilasciato per il ricatto a Marrazzo, è complicata anche dalla sua presenza, a pochi metri dall’hotel, nel giorno della morte di Cafasso. Il carabiniere, infatti, avrebbe lasciato traccia del suo passaggio sulla Salaria, attraverso un badge, proprio quel 12 settembre.

Secondo il quotidiano Il Messaggero gli inquirenti oltre a Testini sospettano anche un altro carabiniere del gruppo (le quattro “mele marce”). Per ora, però, gli elementi a carico di quest’ultimo sono pochi.

Di certo, prima di morire, Cafasso aveva paura. Lo dimostrano le telefonate al padre in cui raccontava di oggetti spostati dentro casa sua. C’è anche il tentativo di “piazzare” il video di Marrazzo a 500 mila euro per poi lasciare il Paese. A Natali, altro trans coinvolto nella vicenda, il pusher aveva detto: “Ho già pronti i documenti per scappare. Ho in mano mezza Roma, c’ho dei clienti che, se parlo… “. Ma di parlare, Cafasso, non ha avuto il tempo.

I nuovi sviluppi delle indagini potrebbero riaccendere i riflettori anche sulla misteriosa morte di Brenda, una delle transesssuali frequentate da Marrazzo, morta nel rogo della sua abitazione qualche settimana dopo l’esplosione della vicenda.

La difesa del carabiniere. Il legale di Nicola Testini, intanto, ha fatto sapere che ha intenzione di chiedere nuovi accertamenti medico legali e nuove perizie. “Ho appreso di questa iniziativa della Procura dai giornali – spiega l’avvocato Valerio Spigarelli – la ricostruzione si basa su fatti che non hanno nessun aggancio con la realtà.

Prenderemo iniziative in questo senso e chiederemo nuovi accertamenti e perizie”. L’ipotesi è che la difesa chieda nuovi esami medico legali sul cadavere di Cafasso e forse anche una nuova deposizione del trans Jennifer che in un verbale secretato avrebbe indicato in Nicola Testini il carabinieri che avrebbe fornito a Cafasso la dose letale di stupefacente. Nicola Testini, ora in libertà, era stato già indagato di complicità con due colleghi che nel giugno del 2009 fecero irruzione nell’appartamento di via Gradoli dove l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo era in compagnia di un trans.

Cafasso venne trovato morto il 12 settembre scorso in una stanza dell’Hotel Romulus in via Salaria. Prima si pensa ad un infarto ma successivamente la Procura apre un fascicolo per omicidio. Poi il cadavere viene riesumato e dagli accertamenti emergerebbe la morte per overdose. Se la difesa di Testini farà richiesta di nuovi accertamenti medico legali il cadavere del pusher dovrà essere riesumato per una seconda volta.