Mottarone, “Eitan ostaggio della zia paterna”: la dura accusa della zia materna del bimbo sopravvissuto alla tragedia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Agosto 2021 - 15:33 OLTRE 6 MESI FA
Mottarone, "Eitan ostaggio della zia paterna": la dura accusa della zia materna del bimbo sopravvissuto alla tragedia

“Eitan è in ostaggio dalla zia paterna. E’ stato sottratto da una famiglia che non lo conosceva, che in precedenza non era stata a lui vicina in alcun modo”: sono le dure parole di Gali Peri, zia materna del piccolo Eitan, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone nel maggio scorso. Il bambino attualmente si trova in Italia affidato alla zia paterna, Aya Biran.

L’avvocato Ronen Dlayahu, che rappresenta gli interessi del ramo familiare in Israele, ha annunciato in una conferenza stampa con la signora Peri di aver avviato un procedimento per l’adozione di Eitan ed il suo ritorno in Israele. Per il legale “Eitan è in ostaggio”.  

Mottarone, le accuse degli zii materni di Eitan alla zia paterna

Secondo Gali ed il marito Ron Peri “Eitan è tenuto come in ostaggio” dalla zia paterna Aya. “E’ stato affidato a lei – hanno detto in una conversazione con l’ANSA – mentre noi, dopo la tragedia, osservavamo la tradizionale settimana ebraica di lutto profondo. Lo abbiamo appreso solo a posteriori. Tutto ciò è avvenuto – a loro parere – in forma scorretta”.

Per visitare Eitan sono dovuti ricorrere ad un tribunale, “che ha disposto due visite la settimana, di due ore e mezzo”. “Ma quando il tempo scade – secondo Gali – Eitan si dispera, chiede perché lo lasciamo così presto, domanda se ha fatto qualcosa di male”.

“La nostra sensazione – ha affermato la zia materna – è che il bambino sta per essere staccato da noi”. Per questo hanno avanzato una richiesta di adozione, ma ancora ignorano se a stabilirlo sarà la giustizia israeliana o quella italiana.

Gali Peri ha poi ribadito che alla sorella, Tal, premeva molto che Eitan ricevesse una educazione ebraica ed israeliana, cosa che secondo loro non avviene dalla zia paterna. “Vogliamo dedicarci ed Eitan – ha concluso – e dargli tutto il calore e l’affetto di cui ha bisogno, fino a quando avrà 18 anni e anche oltre”.

Il rabbino: “Eitan sta meglio, ci sono segni di ripresa”

“Nei giorni scorsi Eitan è stato in ospedale, a Torino, per togliere i gessi. Sta meglio e questa è una splendida notizia”, ha spiegato il rabbino capo di Torino, Ariel Di Porto. “I segni di ripresa ci sono, il suo percorso sarà lungo ma sta rispondendo bene e ci sta dando speranza di fronte alla tragedia che ha vissuto”, ha detto ancora Di Porto, a Verbania in occasione della consegna dei premi raccolti per il piccolo dai ciclisti professionisti in occasione del passaggio a Stresa lo scorso 28 maggio del Giro d’Italia.

”Grazie alle istituzioni e alle persone che stanno aiutando Eitan – ha commentato il rabbino -. Il bambino avrà bisogno di sostengo, ma questi gesti lo aiuteranno ad avere un futuro migliore”.

I ciclisti hanno donato ad Eitan una maglia da Campione del Mondo, con le firme di molti atleti, e un assegno di 30mila euro, i premi della 19esima tappa del Giro d’Italia che, in segno di rispetto per le vittime dell’incidente della funivia, lo scorso 28 maggio cambiò percorso e non passò dal Mottarone.

“E’ un gesto che fa onore ai ciclisti. Volevano dare un contributo in questo momento difficile per Eitan: era il minimo che potessero fare i corridori”, il commento di Gianni Bugno, presidente della associazione mondiale dei ciclisti professionisti.