Movimento dei Forconi, un finanziere: “Prima casco abbassato, poi hanno caricato”

L'intervista al Messaggero
L’intervista al Messaggero

ROMA – “Prima alcuni finanzieri hanno levato il casco, poi hanno caricato”, è questo il racconto di Salvatore Trinx, comandante della sezione investigativa delle Fiamme Gialle di Torino, presente nel capoluogo piemontese, l’altro ieri, quando alcuni poliziotti e finanzieri si sono tolti il casco durante la manifestazione dei Forconi.

“Non è stato un gesto di solidarietà”. Trinx, intervistato dal Messaggero, ha ricostruito la vicenda “dei caschi” in maniera diversa da quanto fatto fino ad oggi dai manifestanti:

Per mettere in chiaro, innanzitutto, che l’aver abbassato scudi e caschi non è stata una decisione autonoma né tantomeno un segnale di condivisione della protesta, bensì la risposta a un “ordine ben preciso” venuto dal dirigente della questura in servizio a Piazza Castello.

«La riprova – rivela – sta nel fatto che quegli stessi finanzieri applauditi dalla piazza per essersi tolti i caschi, un’ora dopo li hanno indossato nuovamente e hanno caricato i manifestanti che lanciavano pietre davanti al Comune». Tutto è stato messo nero su bianco in un rapporto inviato a Roma.
Che vuol dire? Che tra le forze dell’ordine non esiste malcontento? 
«Altroché se esiste. Da gennaio 2011 subiamo il blocco di stipendi e contratto. Un appuntato con 30 anni di servizio guadagna 1.400 euro netti al mese. Personalmente vengo da una storia di battaglia in difesa dei diritti. Ma so quando e come manifestarli. Anzi, a Grillo che ci sollecita a non proteggere più questa classe politica chiedo: perché non sostiene le nostre ragioni in Parlamento, con i suoi deputati e senatori?»
Perché abbassare gli scudi a piazza Castello? Proprio in quel punto della città la situazione era tutt’altro che tranquilla..
«È vero, era tesa, tanto che i finanzieri in servizio davanti a Equitalia, nei pressi di via XX settembre, erano stati chiamati per andare in supporto di Polizia e Carabinieri, a piazza Castello. Erano le 14.30. Dopo un’ora, però, è tornata la calma. È stato a quel punto che il funzionario della questura ha dato l’ordine: ”ragazzi, tirate il fiato”. Era dalle sette del mattino che tutti avevano addosso caschi u-boat e scudi. L’applauso della folla è arrivato anche a seguito di un gesto distensivo»
E dopo? 
«Poi i manifestanti più facinorsi si sono spostati davanti alla sede del Comune. E gli stessi finanzieri si sono rimessi il casco e hanno caricato. Lo vuole sapere il paradosso?»
Quale?
«Che lo stesso personale della Guardia di Finanza, fino a poco prima applaudito, è stato bersagliato da grida: ”Siete dei nostri, fate come i vostri colleghi: toglietevi i caschi!”».
E non ve li siete tolti?
«No, perché in quel momento non si poteva né si doveva. Noi siamo i primi a vivere sulla nostra pelle i disagi di un lavoro faticoso e mal pagato. Dal 2011 gli assegni di funzione sono bloccati, e sul nostro stipendio arrivano in media 1.300 euro in meno all’anno. Per non parlare del blocco delle promozioni e dell’assegno per i dirigenti. L’ultimo contratto delle forze dell’ordine risale al 2009 e non se ne parlerà almeno fino al 2015. La politica ha scelto altro: il finanziamento di costose missioni all’estero o l’acquisto degli F35. Per i nostri mezzi, in Val di Susa, non ci sono neanche i soldi per pneumatici antineve».

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