Mucca pazza, il virologo: “Morbo contratto prima delle misure del 2000”
E’ stato contratto molto probabilmente prima delle misure di prevenzione sanitaria prese nel 2000 l’agente responsabile del secondo caso di variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob, noto come morbo della mucca pazza: lo sostiene il professor Maurizio Pocchiari virologo dell’Istituto superiore di sanità e responsabile del registro nazionale sulle encefalopatie.
”Dunque – spiega Pocchiari – il caso non è di ieri e le misure prese a suo tempo restano valide e non ne servono di ulteriori dopo questa segnalazione. Il tempo di incubazione della malattia è lungo, superiore a 10 anni, forse 20”.
Il caso, ricorda l’esperto, è stato comunicato come probabile dal ministero della salute nell’ottobre del 2009 e il divieto dell’uso delle farine animali per gli allevamenti ha preso il via nel 2000. ”Ora non c’è alcun pericolo – ribadisce Pocchiari – nel contrarre l’infezione né mangiare carne”.
All’Istituto superiore di sanità è in funzione da diversi anni un registro che tiene sotto controllo questo gruppo di malattie note come encefalopatie spongiformi. In Italia i casi di variante della Cjd, cioè la forma legata al consumo di carne bovina allora infettata, sono due, uno segnalato nel 2002 e l’altro nel 2009.
Mentre le forme di Cjd classica, non legata cioè alla mucca pazza, sono da anni circa 90-100 ogni anno. E le persone ad essere colpite sono anziane, non giovani come nel caso della variante.