Mucca pazza, il virologo: “Morbo contratto prima delle misure del 2000”

Pubblicato il 21 Luglio 2010 - 20:06 OLTRE 6 MESI FA

E’ stato contratto molto probabilmente prima delle misure di prevenzione sanitaria prese nel 2000 l’agente responsabile del secondo caso di variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob, noto come morbo della mucca pazza: lo sostiene il professor Maurizio Pocchiari virologo dell’Istituto superiore di sanità e responsabile del registro nazionale sulle encefalopatie.

”Dunque – spiega Pocchiari – il caso non è di ieri e le misure prese a suo tempo restano valide e non ne servono di ulteriori dopo questa segnalazione. Il tempo di incubazione della malattia è lungo, superiore a 10 anni, forse 20”.

Il caso, ricorda l’esperto, è stato comunicato come probabile dal ministero della salute nell’ottobre del 2009 e il divieto dell’uso delle farine animali per gli allevamenti ha preso il via nel 2000. ”Ora non c’è alcun pericolo – ribadisce Pocchiari – nel contrarre l’infezione né mangiare carne”.

All’Istituto superiore di sanità è in funzione da diversi anni un registro che tiene sotto controllo questo gruppo di malattie note come encefalopatie spongiformi. In Italia i casi di variante della Cjd, cioè la forma legata al consumo di carne bovina allora infettata, sono due, uno segnalato nel 2002 e l’altro nel 2009.

Mentre le forme di Cjd classica, non legata cioè alla mucca pazza, sono da anni circa 90-100 ogni anno. E le persone ad essere colpite sono anziane, non giovani come nel caso della variante.