Mukhtar Ablyazov “dissidente” miliardario kazako: 8 banche italiane bidonate

Pubblicato il 23 Luglio 2013 - 11:46 OLTRE 6 MESI FA
Mukhtar Ablyazov "dissidente" miliardario kazako: 8 banche italiane bidonate

Mukhtar Ablyazov, eroe con miliardi di dollari?

Mukhtar Ablyazov, il “dissidente” miliardario del Kazakhstan che un temporale estivo della politica italiana ha fatto diventare una specie di Sakharov era un po’ un mariuolo che ha rubato parecchi miliardi al suo Paese e ha anche impiombato un po’ di banche italiane, otto per la precisione. La scoperta di documenti che la macchina del mito non aveva ancora interiorizzato gli fa perdere parecchi punti.

Pur restando aspramente colpevolista verso la gestione italiana del caso poliziesco giudiziario, Fiorenza Sarzanini, giornalista del Corriere della Sera che dall’inizio era stata una implacabile accusatrice, ha scritto sul giornale del 23 luglio: Ablyazov è “al centro di un intrigo internazionale” e si è lasciato alle splle un buco dia 10 miliardi di dollari.
Ablyazov, scopre la Sarzanini leggendo i documenti, ma era già tutto sui giornali inglesi
“era in realtà scappato dalla Gran Bretagna nonostante questo gli facesse automaticamente perdere lo status di rifugiato. Braccato da chi lo accusa di aver messo in piedi una truffa da circa 10 miliardi di dollari”.
Scopre anche, e questa è proprio nuova, che
“nella lista dei creditori ci sono anche otto istituti di credito italiani, inseriti nell’elenco delle vittime di frodi di Ablyazov”.
La prova è nei documenti raccolti in Gran Bretagna, dove Ablyazov, ma questo Fiorenza Sarzanini non lo scrive, è anche stato condannato a 22 mesi di carcere per avere nascosto ai giudici inglesi carte e documenti.
Fiorenza Sarzanini parte da quando fu scoperto, nel 2009,
“un «buco» di almeno 10 miliardi di dollari”
nei conti della Bta, una delle più grosse banche del Kazakhstan di cui Ablyazov era presidente. Si arriva così a un’altra scoperta,
“che mentre ricopre l’incarico di presidente, Ablyazov avrebbe concesso «ingenti prestiti a enti impossibili da individuare, spesso senza garanzie». Il sospetto è che tra questi ci fossero «organizzazioni di cui lo stesso Ablyazov era proprietario e beneficiario». Sono proprio gli atti raccolti nel Regno Unito a rivelare che «tra i creditori che a livello internazionale erano stati vittime delle frodi di Ablyazov figuravano i seguenti istituti di credito italiani: Unicredito italiano, Banca popolare di Vicenza, Banca Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Banca agricola mantovana, Banca nazionale del lavoro, Banca Antonveneta, Banca Ubae». Tutti insieme hanno ottenuto il sequestro dei suoi beni”.
Aggiunge Fiorenza Sarzanini:
” Sono proprio i documenti allegati al fascicolo della Corte britannica e rivelare come le proprietà di Ablyazov avessero un valore oscillante tra i 41 e i 46 milioni di sterline e nell’aprile scorso i giudici hanno autorizzato i liquidatori alla vendita delle proprietà immobiliari. Il bene di maggior pregio è «Carlton House, villa a nord di Londra, acquistata nel 2006 attraverso una società offshore per 15,5 milioni di dollari. È composta fra l’altro da una sala da ballo di circa 50 piedi, una biblioteca, 9 camere da letto, una piscina e un bagno turco da 12 persone».
In vendita anche «Oaklands Park, nel Surrey, acquistata nel 2006 attraverso una società offshore per 8,15 milioni di sterline. È composta da 100 acri di terreno e otto case». E poi c’è «Alberts Court, appartamento che si trova a St.John’s Wood a Londra, acquistato nel 2008 attraverso una società offshore per 965 mila sterline». Questa è la fortuna di Ablyazov”.
Merita ricordare che i due principali quotidiani italiani, la Repubblica e il Corriere della Sera, sono stati tra i più accesi sostenitori della causa di Ablyazov, forse emotivamente coinvolti dal fatto che nella vicenda fosse anche entrata la deportazione in Kazakhstan della moglie Alma Shalabayeva e della loro bambina Alya.
 che d’un colpo solo si è trovata senza mamma, assassinata, e buttata in una casa vacanze, perché i nonni erano stati giudicato troppo poveri e troppo vecchi, i due quotidiani, che giustamente perdono più copie degli altri, hanno fatto di un caso di cui agli italiani interessa poco una vicenda su cui ha rischiato di cadere il Governo Letta e sono andati giù pesanti e senza alcun timore delle conseguenze per l’Italia di una crisi.
Un giorno per l’altro, il caso Ablyazov – Shalabayeva tiene il posto d’onore sulle prime pagine dei due quotidiani, anche nel titolo principale a giorni alterni.
Il lavoro di cronista fatto da Francesco Grignetti per la Stampa ha dato una ben diversa spiegazione dei fatti.
 L’impressione è che la coppia Ablyazov – Shalabayeva sia costituita da un paio di volponi, aiutata da uno dei più importanti studi legali d”Italia, che ha giocato polizia e giudice e ha lasciato nelle mani dei kazaki che inseguivano lui l’innocente ostaggio di donna e bambina, facendo precipitare l’Italia nella buriana.