Cade dalla barella e muore, è la madre dell’avvocato di Stato al processo Bassolino

Pubblicato il 17 Settembre 2010 - 16:49 OLTRE 6 MESI FA

La Procura di Napoli sta indagando sulla morte di Iolanda Boccuni, di 85 anni, caduta da una barella nell’ospedale Cardarelli lo scorso 29 agosto e morta mercoledì 15 settembre. La signora Iolanda era la madre di Federico Vigoriti, l’avvocato dello Stato che al processo Bassolino sui presunti illeciti nella gestione dei rifiuti rappresenta la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Ambiente.

Ora Vigoriti punta il dito contro il personale del Cardarelli: ”Sono stati incredibilmente superficiali, sia prima della caduta sia dopo, durante la degenza”. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, la donna era stata portata in ospedale dalla figlia in seguito a una caduta nella quale si era fratturata un femore.

Mentre veniva accompagnata da tre infermieri a fare le radiografie, l’anziana è caduta dalla barella e ha riportato una grave ferita al capo. E’ stata ricoverata nel reparto di rianimazione, dove però è  morta mercoledì scorso. I familiari hanno presentato una denuncia e il fascicolo è stato assegnato al pm Giovanni Corona. Il magistrato ha delegato la polizia giudiziaria a identificare i tre infermieri che erano assieme a Iolanda Boccuni quando è caduta dalla barella e gli altri dipendenti dell’ospedale che eventualmente abbiano avuto un ruolo nella vicenda. E’ stata disposta l’autopsia.

”Mia sorella – racconta l’avvocato – aveva fatto molte raccomandazioni agli infermieri e ai tecnici di radiologia, avvertendoli dell’Alzheimer e offrendosi di assistere nostra madre durante le radiografie. Si è sentita rispondere in malo modo che non poteva entrare. Dopo dieci minuti ha visto un infermiere che usciva con la barella spingendola velocemente. Il cuscino era intriso di sangue. Alla sua richiesta di spiegazioni, quest’uomo si è limitato a rispondere: ‘Non abbiamo fatto le radiografie perché c’è stato un problema’”. L’anziana donna era caduta dalla barella sbattendo la testa. La ferita era stata infatti suturata con tre punti.

“Non può essere caduta da sola perché non era in grado di muoversi, qualcuno deve averla urtata – spiega Vigoriti – Da quel momento le condizioni di mamma sono continuamente peggiorate, un calvario durato 17 giorni”. Dalla radiologia Iolanda Boccuni è stata portata alla neurochirurgia, poi alla terapia intensiva cardiologica, infine al ”filtro” della rianimazione.

Mercoledì scorso è morta per un infarto: un malore che, secondo i familiari, i medici potrebbero avere sottovalutato. ”Un paio di giorni prima che morisse – accusa il figlio – mia sorella, che era al suo capezzale, si accorse che mamma aveva il respiro affannoso. Chiamò il medico di turno, si sentì rispondere che era una sciocchezza. Noi pensiamo che fosse iniziato l’infarto. L’autopsia scioglierà i dubbi”.