Mustafa, Gara di solidarietà per il bimbo siriano nato senza arti, a Budrio un prototipo che gli cambierà la vita

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 30 Gennaio 2022 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA
Gara di solidarietà per Mustafa, il bimbo siriano nato senza arti, a Budrio un prototipo che gli cambierà la vita

Gara di solidarietà per Mustafa, il bimbo siriano nato senza arti, a Budrio un prototipo che gli cambierà la vita

Mustafa, è meraviglioso! L’Italia ha adottato il bimbo siriano vittima delle armi chimiche.

Merito di uno scatto-icona che ha commosso il mondo intero e merito di un Paese – diciamolo una volta tanto – che anche nei momenti difficili ( e questo lo è) sa ritrovare un cuore grande così. Piovono gli aiuti. Toscana ed Emilia Romagna guidano la cordata della generosità.

Il centro protesi di Budrio (Bologna) – eccellenza mondiale – sta già progettando un prototipo che  dia ciò che manca al piccolo: gambe e braccia. Un dispositivo che uno staff di 180 tecnici guidati dall’ing. Gregorio Teti, darà una nuova vita  a lui e alla sua famiglia. Ce la faranno.

È dal 1961 che umanizzano le protesi. Mustafa e suo padre arriveranno da Siena (appartamento messo a disposizione dal cardinale Augusto Paolo Lojodice subito dopo lo sbarco a Roma). Nella città del Palio devono osservare dieci giorni di quarantena. La Caritas fornisce vitto e interprete. La Sipo ha promosso una raccolta fondi che ha già raccolto 100 mila euro.

UNA STORIA DIVENTATA ICONA MONDIALE

Mustafa El Nezzel, 6 anni, è nato senza braccia e senza gambe per gli effetti di una bomba chimica sganciata da un aereo del regime di Assad su Idlib. La madre incinta ha inalato i gas tossici e Mustafa è nato senza arti; papà Munzir, 33 anni, ci ha rimesso una gamba. Ora padre e figlio viaggiano su una sedia a rotelle. È così che sono sbarcati a Fiumicino alle 17.32  del 21 gennaio al Terninal 3. È così che il mondo ha conosciuto questa storia da film. Storia commovente ma anche carica di valori e di speranza.

IL VALORE DI UNA FOTO DA PREMIO PULITZER

Tutto è partito da uno scatto del fotografo Mehemet Aslan che ha immortalato il padre Munzir che si appoggia ad una stampella e solleva in aria Mustafa. Entrambi sorridono guardandosi negli occhi. Gli orrori della guerra sono superati dalla loro gioia. Quasi dimenticati. È l’amore che vince su tutto. Ha commentato Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano: “Sì, tutto è partito da quello scatto fotografico. 

È la conferma della straordinaria capacità dell’immagine di travalicare i confini ed arrivare ovunque. Poi aggiungo due altri valori : solidarietà e tecnologia.Se Mustafa è oggi in Italia è grazie anche ad una Associazione di volontariato che ci consente  pure un pizzico di orgoglio come italiani. Aggiungo, quale terzo valore, la tecnologia per aiutare le persone disabili”. Perfetto.

GLI SCATTI CHE HANNO MOSTRATO IL VERO VOLTO DELLA GUERRA

Tre su tutti. Iconici. Indimenticabili. Entrati nella storia: il bimbo ebreo di Varsavia con le braccia alzate davanti ai nazisti. Il baby nazista, soldato di Hitler, spaventato dopo la resa di  Berlino ( aprile 1945). E la bimba colpita dal napalm degli americani in Vietnam (1972). Oggi Kim Puhac è ambasciatrice Unesco.