Napoli, crolla una parete di un villaggio preistorico a Nola

Pubblicato il 3 Gennaio 2011 - 18:07 OLTRE 6 MESI FA

Una parete della sezione di scavo del villaggio preistorico di Nola (Napoli) ha ceduto provocando lo spostamento delle tettoie di copertura delle capanne: lo rende noto l’associazione culturale Meridies, impegnata da anni nella sensibilizzazione delle istituzioni per riportare alla luce quello che potrebbe essere l’unico villaggio dell’età del bronzo antico ritornato alla luce. Dall’associazione lanciano un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ”affinché si interessi del villaggio e interceda presso il Governo per uno stanziamento di fondi che salvi il sito archeologico”.

Il cedimento, secondo quanto riferisce l’ex presidente dell’associazione, Angelo Amato De Serpis, potrebbe aver distrutto completamente l’unica delle due capanne che erano visibili fino al giugno scorso. ”Da un anno e mezzo – spiega De Serpis – il villaggio è stato chiuso al pubblico a causa dell’innalzamento di una falda acquifera, che probabilmente ha influito sul cedimento. Lo smottamento di terreno potrebbe aver schiacciato una delle due capanne visibili. Ma data la presenza dell’acqua è impossibile verificare quanto c’è sotto al fango”.

Per l’attuale presidente dell’associazione, Michele Napolitano, è stata scritta ”un’altra pagina nera nella storia della tutela dei beni culturali del nostro territorio. Gli sforzi della nostra associazione – aggiunge Giuseppe Vecchio della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei – non sono serviti ad evitare quanto da tempo si temeva. Abbiamo perso probabilmente in modo definitivo la ‘Pompei della Preistoria”’. Il villaggio, seppellito dall’eruzione del Vesuvio detta delle Pomici di Avellino (datata tra il 1860 e il 1680 A.C.), è stato riportato alla luce qualche anno fa, e si è conservato proprio ‘grazie’ all’eruzione del Vesuvio.