Napoli, detenuto evade dal carcere di Poggioreale: era stato condannato per omicidio

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Agosto 2019 - 14:39 OLTRE 6 MESI FA
Il carcere di Poggioreale

Il carcere di Poggioreale (Foto Ansa)

NAPOLI – Evasione dal carcere di Poggioreale a Napoli. Un detenuto polacco di 31 anni ha usato una corta di lenzuola per scavalcare il muro di cinta della casa circondariale mentre stava andando a messa nella chiesetta dell’istituto penitenziario, insieme ad un centinaio di carcerati tenuti sotto controllo solo da pochi agenti. 

Il detenuto era stato arrestato dalla polizia nei Quartieri Spagnoli di Napoli nel 2018 con l’accusa di avere assassinato un giovane ucraino di 36 anni, suo amico, durante una lite scoppiata in un locale della città frequentato da cittadini dell’Est europeo. La lite, verosimilmente per una questione di donne, proseguì in strada dove il polacco accoltellò a morte l’amico.

Qualche anno fa un analogo tentativo di evasione finì male: il detenuto cadde riportando gravi lesioni fisiche. Da cento anni nessuno riusciva ad evadere dal penitenziario napoletano. 

Le critiche dei sindacati

Per il segretario dell’Osapp di Napoli, Luigi Castaldo, la colpa è della mancanza di personale: “Poco più di 200 unità di fronte a una platea di detenuti che supera di 800 unità la capacità massima. Dati denunciati a un’amministrazione sorda ed una Politica assente”. Per Ciro Auricchio e Giuseppe Moretta dell’Uspp, “Oggi si è consumato l’ennesimo episodio di grave disordine: Poggioreale è un carcere con oltre 2500 detenuti e con un poco personale che però in modo encomiabile, continua a svolgere il suo mandato istituzionale”.

“Vogliamo atti concreti – dice ancora il presidente dell’Uspp, Giuseppe Moretti – e la costituzione di un osservatorio parlamentare permanente che monitorizzi le criticità delle carceri al fine di adottare provvedimenti di carattere legislativo che riportino l’ordine, la sicurezza e la legalità nelle carceri italiane perché ogni giorno il rischio è che accada l’irreparabile”.

 Secondo Luigi Castaldo dell’Osapp, “lavorare in queste condizioni non è più possibile. Le attività trattamentali andavano sospese quanto meno nel periodo estivo dove il personale è ancor più scarso a causa delle ferie. Non possiamo mettere in discussione la sicurezza collettiva della società in rapporto al diritto del singolo ristretto nel rispetto di una dignità che va proporzionata alla sua pericolosità, quando abbiamo difficoltà strutturali, economiche e di risorse umane”. 

Fonte: Ansa