Soldatessa sopravvissuta a 4 guerre, vede Napoli… e poi muore

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Ottobre 2017 - 13:36 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – “Vedi Napoli e poi muori”, recita l’antico detto. Così è stato davvero per Marina, soldatessa ucraina di 57 anni sopravvissuta a ben quattro guerre e morta domenica notte mentre cercava disperatamente di scampare a un incendio. I residenti di vico Lorenzo Giustiniani, stretta stradina della zona del borgo Sant’Antonio Abate, a Napoli l’hanno vista aggrappata alla ringhiera del suo palazzo avvolto dalle fiamme. E’ scivolata dal terzo piano e si è schiantata al suolo proprio mentre i vigili del fuoco si davano da fare per giungere sul posto, rallentati dalle ridotte dimensioni dei vicoli e dalle auto in sosta.

“Era straniera, non la conoscevamo”, raccontano alcuni testimoni al quotidiano Il Mattino. Ma la storia incredibile di questa donna merita di essere conosciuta, e non di certo per il suo grottesco finale. Si chiamava Marina ed era arrivata a Napoli solo per curare una brutta artrosi, che non le dava pace. Per quattro volte è stata chiamata alle armi e per quattro volte è sopravvissuta. Prima nell’Armata Rossa dell’Urss, poi nell’esercito dell’Ucraina dopo la separazione delle repubbliche sovietiche. Una carriera valorosa che le era valsa i gradi di capitano.

Tra le persone, tutte dell’Est, che condividevano con lei l’appartamento c’era Ina, sua coetanea. Ina e Marina erano amiche ed era stata proprio lei ad invitarla a raggiungerla in Italia per consultare specialisti in grado di aiutarla. Al quotidiano di Napoli la donna racconta in lacrime di sentirsi in colpa. “È colpa mia se è morta – ripete – perché l’ho convinta a curarsi qui. Ho sbagliato, se non l’avessi fatto lei sarebbe ancora viva”. Si erano conosciute 18 anni fa, quando Ina ha lasciato l’Ucraina per venire in Italia a cercare lavoro. Lì ha lasciato 4 figli e li aveva affidati alle amorevoli cure della sua amica Marina. “Ho sempre lavorato nei campi e l’ho fatto per dieci anni nelle campagne di Mondragone. Nel mio Paese ho lasciato quattro figli e li affidai a Marina. Si è presa cura lei di loro in mia assenza con la cura, la passione e l’amore di una mamma”.