Napoli: si svenò per avere lo stipendio, è morta l’infermiera della Asl

Pubblicato il 14 Maggio 2010 - 19:24 OLTRE 6 MESI FA

Per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul mancato pagamento degli stipendi da parte dell’ASL Napoli 1, aveva attuato una singolare forma di protesta, Mariarca Terracciano, l’infermiera napoletana di 45 anni morta nell’ospedale San Paolo di Napoli in cui lavorava: si era fatta togliere 150 millilitri di sangue al giorno, fino quando non le sarebbe stata corrisposta la paga. Un arresto cardiocircolatorio con conseguente “danno ipossico cerebrale” – secondo i medici non provocato dalla protesta – l’ha uccisa ieri mattina, dopo tre giorni d’agonia, proprio nell’ospedale in cui lavorava e dove è stata ricoverata dopo il malore, accusato mentre era in servizio.

Al problema degli stipendi finora non è stata ancora data una soluzione definitiva sebbene Mariarca Terracciano le avesse tentate tutte, anche la diffusione su Youtube di un video dei suoi prelievi. “Sto facendo anche lo sciopero della fame – riferisce dal web la donna che lascia un marito e due figli di 10 e 4 anni – può sembrare un atto folle ma voglio dimostrare che stanno giocando sulla pelle e sul sangue di tutti: vedere il sangue, che è vita, rende evidenti le difficoltà nostre e degli altri ammalati”.

E ora i suoi organi serviranno a far vivere altri esseri umani. Secondo Bruno Zuccarelli, ematologo del Monaldi e sindacalista dell’Anaao Assomed, tuttavia non ci sarebbe correlazione tra i prelievi e la morte della donna: “Non conosco le condizioni cliniche della signora. Se però la sua protesta è consistita nel farsi prelevare 150 ml di sangue al giorno per 4 giorni, allora non avrebbe dovuto avere problemi visto che singola donazione è pari a 500ml”. A questo punto, determinanti sarebbero state le condizioni cliniche della signora: “A meno che non fossero già compromesse non ci sarebbero dovute essere conseguenze”, sostiene Zuccarelli. Dello stesso avviso anche Mario Santangelo, docente di chirurgia generale, esperto di trapianti d’organo ed assessore regionale alla Sanità fino alle ultime elezioni, che definisce l’ipotesi “molto poco probabile”.

Ma Mariarca aveva cominciato anche uno sciopero della fame: era preoccupata per il mancato arrivo degli stipendi e c’erano scadenze da fronteggiare, come il pagamento del mutuo. Non c’é notizia di un’indagine della magistratura sulla vicenda, ciò nonostante il direttore sanitario del presidio sanitario di Fuorigrotta, Maurizio Di Mauro, ha comunque chiesto il riscontro autoptico-diagnostico per stabilire quali siano state le cause del decesso. Chi la conosceva ricorda Mariarca come una persona che ha dedicato tutto al prossimo e, come sottolineano i familiari, “lo ha fatto anche dopo” donando i suoi organi per consentire ad altri di continuare a vivere.

Un’ombra sulla vicenda la getta un’amica della donna: “Mariarca era una persona sana – assicura – la conoscevo da 27 anni e non abbiamo capito com’é successo”. I funerali di Mariarca Terracciano avranno inizio alle 10 di domani, nella chiesa di Santa Maria di tutti i Santi, a Napoli. La bara attenderà quel momento nella cappella del San Paolo: la salma della donna è coperta da un velo attraverso il quale é possibile scorgere il volto: su quel velo, amici, colleghi e parenti, hanno depositato delle rose. “La madre dice sempre che la figlia era una rosa – spiega una di loro – e noi la vogliamo ricordare così”.