Napoli, padre a processo per stalking posta video su Fb: “Per mia figlia mi faccio anche 30 anni”

di redazione Blitz
Pubblicato il 26 Ottobre 2019 - 16:45 OLTRE 6 MESI FA
Napoli, padre a processo per stalking posta video su Fb: "Per mia figlia mi faccio anche 30 anni"

L’app di Facebook su un telefono (Foto archivio Ansa)

NAPOLI – “Per mia figlia mi faccio anche 30 anni”. Queste le parole di un padre napoletano, già sotto processo per stalking e maltrattamenti nei confronti della ex, nonché madre di sua figlia. Parole che l’uomo, 30 anni, pronuncia in un video su Facebook nel quale indossa una maglietta con su scritto: “Non posso uscire con te, il mio papà, lo ha detto il giudice”. 

Il giudice ha infatti dato la figlia in affidamento esclusivo alla mamma e lui la può incontrare solo in modalità protetta. Il video, nel quale si scaglia presumibilmente contro la ex dalla quale si è separato qualche anno fa, ha destato non poche preoccupazioni. Parole, le sue, che sono apparse a metà tra il presagio e la minaccia: 30 anni di carcere, infatti, si infliggono a chi uccide. 

Mosso da tale preoccupazione l’avvocato della donna, Sergio Pisani, ha presentato una nuova denuncia in Procura. Da quando si sono separati, sottolinea il legale, la sua assistita è stata “vittima di una vera e propria campagna mediatica denigratoria che va avanti ormai da qualche anno”.

“Quel materiale pubblicato sui social – aggiunge Pisani – è infatti confluito nel primo fascicolo aperto dagli inquirenti nei suoi confronti, quello per stalking e maltrattamenti che lo vede già sotto processo”. “A causa della sua particolare personalità, – spiega ancora – può vedere la bimba solo in occasione di incontri protetti. E questo lui, non riesce a tollerarlo”. Perciò, secondo il legale, sarebbe aumentata la frequenza dei video denigratori, dei messaggi in chat dai contenuti violenti.

Parallelamente si è aggravato anche il malessere fisico e psicologico di cui la mamma della bimba soffre e che sta cercando di curare. Ormai cerca di uscire solo se veramente necessario e sempre in compagnia. “Lui deve recuperare una capacità genitoriale che, evidentemente, ora non possiede ancora – aggiunge ancora Pisani – ed è per questo che non può vedere la figlia da solo”. “Non è stato ancora raggiunto da misure cautelari, – conclude l’avvocato – ma bisogna comprendere che oggi l’utilizzo dei social va monitorato e debitamente censurato quando può portare a simili conseguenze nei confronti delle inermi vittime”. 

Fonte: Ansa