Napoli, chiedevano pizzo da 500mila euro a rate: 2 arresti

Pubblicato il 14 Giugno 2012 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI, 14 GIU – Pretendevano il 10 percento sull'importo dei lavori per la realizzazione degli elevatori di collegamento tra via Santa Lucia e il belvedere del monte Echia, a Napoli, del valore di cinque milioni di euro. Una somma, 500mila euro, anche a rate, chiesta per intimidire la vittima che davanti al nome di un clan, i Mazzarella, avrebbe pagato.

I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Bagnoli hanno arrestato per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso Luigi De Gais, 24 anni, residente in via pallonetto a Santa Lucia, attualmente affidato in prova ai servizi sociali e Ciro Brandi, 28 anni, residente al vico Forno della Solitaria, entrambi gia' noti alle forze dell'ordine. I due sono stati sorpresi e bloccati su via Santa Lucia, all'angolo con via Chiatamone poco dopo avere presentato la quarta richiesta estorsiva al direttore dei lavori del cantiere per la realizzazione di elevatori di collegamento tra via Santa Lucia e il Belvedere del Monte Echia, appaltati dal Comune di Napoli a un consorzio del luogo. Gia' tre volte, l'ultima settimana, avevano avvicinato la vittima presentandosi come appartenenti al clan camorristico dei ''Mazzarella'' e, con minacce di morte e sfruttando la forza di intimidazione derivante dalla prospettata appartenenza all'associazione camorristica, hanno chiesto al direttore dei lavori il versamento di denaro in contante pari al 10 percento dell'importo totale dell'appalto (5 milioni di euro, quindi 500mila euro di ''pizzo'') da consegnare ''a rate'' durante il prosieguo dei lavori.

I militari dell'Arma, che nei giorni scorsi avevano raccolto la denuncia della vittima, li hanno attesi e bloccati nei pressi del cantiere, dove avevano subito predisposto un servizio di osservazione: nel timore di non essere stati convincenti si sono ripresentati nel cantiere per rinnovare le richieste estorsive. Gli arrestati, riconosciuti dalla vittima, sono sono stati chiusi nell'istituto penitenziario di Secondigliano.