Napoli, psicosi influenza A, nessuno baci la teca di San Gennaro

Emiliano Condò
Pubblicato il 7 Settembre 2009 - 17:27 OLTRE 6 MESI FA

Ai santi, in genere, si chiedono i miracoli. Soprattutto a quelli venerati come San Gennaro, che attrae, per il prodigio della liquefazione del sangue, ogni anno migliaia di fedeli.

Eppure, persino a  Napoli, le autorità religiose diffidano della capacità del patrono di arrestare la diffusione dell’influenza A.

Così, ai fedeli che il prossimo 19 settembre affolleranno il Duomo di Napoli, in occasione della festività di San Gennaro, non sarà consentito di baciare la teca contenente il sangue.

Per i baci, già messi al bando nelle soap operas e negli stadi, continua a profilarsi un autunno difficilissimo.

In realtà, quella che proibisce i baci alla teca, non è una misura nuova. Risale, infatti, ad un paio di anni fa e i religiosi che si occupano di custodire la reliquia, l’abate della Cappella del Tesoro, don Vincenzo De Gregorio, e il vice presidente della deputazione di San Gennaro, don Fabio Albertini dei Principi di Cimitile, si sono limitati a confermarla.

Ma c’è dell’altro: fino all’anno scorso, infatti, almeno le principali autorità potevano godere del privilegio del bacio. Quest’anno, invece, il virus non ammette deroghe. L’ampolla si guarda a distanza di sicurezza e basta. Qualche fortunato che ne farà richiesta potrà persino averla appoggiata sulla fronte, ma nulla di più. Con buona pace di chi crede nei miracoli.