NAPOLI – L’auto con a bordo le sacche di sangue era bloccata nel traffico, così il medico sotto la pioggia ha lasciato l’ospedale per recuperarle. E’ quanto accaduto la mattina del 21 novembre in viale del Policlinico a Napoli, una storia che sembra quella di un film in una giornata caratterizzata da un fortissimo temporale che ha avuto forti ripercussioni sulla viabilità.
Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, ha spiegato che il Policlinico è preparato ad affrontare le necessità di sangue durante gli interventi chirurgici programmati: “In situazioni di eventi meteorologici estremi ci possono essere delle difficoltà, ma non c’è un’emergenza sangue al Policlinico e ci sono dei protocolli, di cui è stato edotto anche il giovane specializzando che ha partecipato all’intervento e che non voglio affatto mortificare”.
A raccontare il recupero del sangue è stato lo stesso medico al Corriere del Mezzogiorno: “Eravamo in sala operatoria dalle 7.30 del mattino e nel primo pomeriggio, ad operazione in corso, aspettavamo il sangue per una trasfusione, ma le sacche non arrivavano e non capivamo perché. Mi sono spogliato per andare a prenderle a piedi e quando sono uscito sul viale del Policlinico ho visto una scena apocalittica. Un unico tappeto di auto ferme. Non si avanzava di un metro”.
Il medico ha proseguito: “Ho camminato sotto il diluvio in cerca dell’auto con il sangue. Era ovviamente bloccata anch’essa, impossibilitata a percorrere il tragitto dall’edificio della banca del sangue a quello dove era in corso l’operazione. Ho preso le sacche e sono tornato bagnato fradicio in sala operatoria”.
La Iervolino ha concluso: “Stamattina ho appurato che il paziente è stato curato e la sua salute non è stata messa a rischio al di là dei toni di un giovane che ha espresso così l’entusiasmo per la professione. Ripeto, non voglio mortificarlo ma i protocolli dicono altro, ci sono i percorsi assistenziali e clinici che sono stati ben tutelati. Non c’è un’emergenza sangue e quando ci sono sedute operatorie programmate tutto è previsto fino agli ultimi particolari e quello era un intervento programmato”. (Fonte ANSA)