Il navigatore non è infallibile: 7 consigli per non perdersi (d’animo)

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 2 Gennaio 2012 - 14:20 OLTRE 6 MESI FA

foto Ap-Lapresse

I navigatori non sono infallibili e all’atto di fede che il computerino di bordo vi porti a destinazione va preferito un sano agnosticismo. Perché, nonostante i soldi spesi (decine di migliaia di euro per una macchina con navigatore incorporato) e la copertura delle mappe che è arrivata a 34 milioni di km di strade in tutto il mondo, l’Italia “delle piccole e medie strade” è rimasta un paese ribelle alla cartografia digitale e in tanti casi anche il navigatore ci mette del suo. Tanto che qualcuno lo ha ribattezzato Tont Tont, storpiando il nome di una nota marca di moderne e costose bussole “intelligenti”. Così intelligenti che in Giappone promettono l’arrivo di un dispositivo che ti avverte se stai andando contromano.

Che succede se il navigatore sbaglia? Una famiglia di Bologna era in provincia di Chieti e voleva raggiungere il casello della A14. Il nostromo digitale ha portato papà, mamma incinta, nonna e bimbo di due anni in una trappola fra un dirupo e il letto del fiume Feltrino. Pioggia a dirotto, panico crescente e 113 che non riusciva a intervenire perché il navigatore era impazzito e i poveri bolognesi non potevano dare le coordinate giuste. Salvi solo dopo ore di ricerche fatte da pattuglie di polizia, carabinieri, vigili del fuoco. Quella zona intorno a Castel Frentano è stata ribattezzata il “Triangolo delle Bermuda”, visto che la disavventura della famiglia di Bologna è stata la decima registrata a causa di errori degli apparecchi satellitari.

Ma fuori dal “Triangolo delle Bermuda” i problemi non mancano e non sempre va a finire bene. La Stampa registra più di un caso:

A giugno, vicino a Gallarate, una donna ha svoltato a sinistra come diceva il navigatore centrando in pieno un’altra macchina che è finita contro il cancello di un’abitazione. Bilancio: tre donne in ospedale. Il 3 dicembre è andata peggio: Gregorio Schiavone, ex generale medico dell’esercito in piensione, è morto dopo aver seguito le indicazioni sbagliate di un navigatore satellitare (non aggiornato, ha stabilito la Polfer). È stato travolto da un treno al passaggio a livello.

Altre volte le disavventure sono meno tragiche, come quella dei pellegrini diretti a Lourdes e che si sono ritrovati invece a Lourde o della coppia di americani che per un errore di digitazione volevano andare a Capri ma sono arrivati a Carpi, provincia di Modena: 600 km più a Nord e in una località non proprio marittima né tantomeno turistica.

Perché così tanti errori? La Stampa ha sentito una delle maggiori case produttrici e una associazione di consumatori:

Spiega l’ingegner Paolo Bocca, responsabile del settore automotive di TomTom Italia: «In Italia, più che in altri Paesi, cambiano spesso i nomi delle strade, i sensi di marcia, si creano nuove rotonde, i lavori in corso durano anni. In alcune zone, poi, la copertura Gps non è esaltante. Per questo occorre che gli utenti monitorino costantemente il cambiamento delle mappe. L’aggioramento del sistema è fondamentale». Anche l’associazione di consumatori Altroconsumo dà un consiglio: «La particolarità del territorio italiano porta spesso il navigatore a commettere errori che rischiano di trasformarsi in pericolose distrazioni. Ciò dipende dalla scarsa precisione delle mappe: più dettagliate nelle grandi città, ma molto meno precise nelle zone extraurbane. In questo ultimo caso l’uso del navigatore non è sempre affidabile».

Se abbiamo aggiornato le mappe e impostato correttamente la destinazione, ma veniamo guidati da tutt’altra parte perché il Gps è impazzito, è il caso in cui possiamo chiedere risarcimento al produttore: danni derivati da un incidente, da un affare mancato perché non si è arrivati all’appuntamento, dallo stress, da un malore.

Ma in tutti gli altri casi è meglio seguire sette elementari consigli:

1) Impostare rigorosamente da fermi la destinazione, il percorso più breve o più veloce, il volume della voce-guida
2) Non modificare le impostazioni quando si sta guidando: scrivere mezzo nome di una via a 130 km/h equivale a cent0 metri percorsi al buio.
3) Aggiornare il software delle mappe, con una particolare attenzione per i computer di bordo montati su macchine prodotte in una nazione diversa dalla nostra. La cartografia è più precisa per il Paese al quale mercato l’auto è destinata, mentre è più approssimativa per gli altri Paesi.
4) Tenere conto che il percorso “più breve” può farci passare per strade più sfuggenti alla cartografia satellitare e più refrattarie al segnale Gps.
5) Fare attenzione e guardare quella maledetta strada che abbiamo davanti, non il navigatore. Basta un cambio di senso di marcia o un divieto di transito a rendere inutile il percorso preimpostato.
6) Preferire strade più segnalate e illuminate. Se proprio abbiamo il gusto della stradina di campagna e dell’esplorazione, meglio dotarsi delle vecchie mappe di carta, ma a scala ridotta e molto dettagliate per la zona che dovremo percorrere.
7) Last but not least: chiedere informazioni ai passanti, cercando di evitare vecchietti prolissi, autoctoni scorbutici e burloni fan della “supercazzola”.